Montecalvo Irpino 1930: memorie
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- Categoria: Cultura
- Pubblicato: Lunedì, 14 Maggio 2012 08:58
- Scritto da Redazione
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A Montecalvo descrivere quel che desta nell’animo mio lo spettacolo terribile della strage di Montecalvo è impresa difficile quanto quella di voler definire quale sensazione di autentico raccapriccio m’abbia pervaso e colpito fin dall’ingresso in paese.
Ì proprio in questo comune che la irreparabilità e consistenza del disastro assume veste e colore di tragedia imponderabile.
M’inoltro per le deserte strade di questo paese ove manco da un mese appena, e qualcosa mi si stringe ed accartoccia nell’intimo, qualcosa freme nella mia subcoscienza.
L’accesso alle strade maggiormente colpite è rigorosamente vietato, stante il gravissimo pericolo d’improvvisi crolli.
Attraversare un Comune devastato, in veste di turisti, attraversarlo come fanno alcuni... necrofili o necrofori che dir si voglia, produce indubbiamente una impressione assai viva. Ma tornare in un paese che si conosce bene, che si è visto altre volte, tornarvi all’indomani di un disastro colossale per vederlo crollato, per sentirlo deserto e per non riconoscervi che dei frammenti, dei residui, delle semplici tracce, è più straziante d’un martirio. Procedo in silenzio, a capo basso, quasi tenga coda all’invisibile corteo di tutte le vittime della notte, mentre ogni cosa, a me d’intorno, ed ogni pietra, parmi trasudi e stilli sangue. Nella parte più alta del paese è una rovina indescrivibile.


Guerrisi Michele

