Video

 

 

 

Il feudo di Corsano

Un’altro fatto che è d’ importanza storica per la nostra terra, è l’ aggregazione di Corsano a Monte- calvo. Questa zona appartiene alla giurisdizione topografica di Montecalvo, e perciò risaliamo alla più antica notizia che, storicamente, si ha. Al tempo di Guglielmo II° il Buono, Benedetto de Forgia ,sicut significavit Alfanus Camerarius, teneva Corsano e Tropaldo , nel territorio di Bonito presso il fiume omonimo e serviva il re con due militi, per l’uno e l’altro feudo. « Teneva ancora Melito con un sol milite. Per la spedizione di Terra Santa (1099) ne offrì sette con sette servienti.( Vedi Catalogo dei Baroni normanni R Archivio). Il barone di Corsano, in quel tempo, era un dipendente di Elia de Gesualdo. Nei documenti de! 1418 troviamo che apparteneva a Giovanni Albanese . Nel 1494 fu venduta, in uno a Montecalvo, da re Alfonso II°, a Caterina Pignatelli, indi ai Carrafa. Era di fuochi 70 . Nel 1584 Giovan Battista Carrafa duca di Montecalvo la vendette a Giovanni Andrea de Riccardo. Nel 1727 Raffaella de Riccardo Carrafa la vendette a Vittoria de Simone, vedova di Giovan Battista Pedicini, per ducati 25 mila e 400 . Dopo questi, fu barone Domizio Pedicini dì Benevento, suo figlio.

Pin It

Leggi tutto: Il feudo di Corsano

Giuseppe Cristino e la guerra civile spagnola

Di tutti i popoli, di tutte le razze, veniste a noi come fratelli, figli della Spagna immortale, e nei giorni più duri della nostra guerra, quando la capitale della Repubblica spagnola era minacciata, foste voi, valorosi compagni delle Brigate Internazionali, che contribuiste a salvarla con il vostro entusiasmo combattivo, il vostro eroismo e il vostro spirito di sacrificio”.

Dolores Ibarruri, la “pasionaria” della guerra di Spagna, in questo modo ringraziò i volontari che formavano le Brigate Internazionali.

Ma le parole pronunciate dalla rivoluzionaria spagnola erano un grido di dolore, nel ricordo delle migliaia di caduti che avevano contrastato la sanguinosa avanzata del generale Francisco Franco.

Sulla terra di Spagna, lottando per la libertà, fu versato anche sangue irpino:
Giuseppe Cristino, un giovane di Montecalvo si arruolò volontario nelle Brigate Internazionali, ma la sua voglia di giustizia gli riservò un atroce destino.

Nel campo di concentramento di Saragozza, una epidemia di tifo stroncò la sua esistenza terrena. Correva l’anno 1941.

Pin It

Leggi tutto: Giuseppe Cristino e la guerra civile spagnola

Una vita da terremota

Montecalvo Irpino (AV), in una baracca nel 1962, in un container dopo il 1980, ora in una casetta asismica costruita per gli sfollati del terremoto del 1930.
La storia di Rosaria.
Ci sono persone a cui una vita rischia di non bastare per vedersi riconosciuto un diritto.
La signora Rosaria, che oggi ha più di ottantacinque anni, nel 1962 ebbe la casa distrutta dal terremoto. Abitava al Trappeto.
Un posto caldo, riparato dal vento con la casa metà in muratura e metà scavata nel tufo, fresca d'estate e tiepida d'inverno.
Per darle un tetto, visto che il suo quartiere era stato dichiarato zona d'abbandono, le fu assegnata una baracca in legno costruita dai soccorritori. Allora l'epicentro del sisma fu proprio nell'arianese, ai confini tra Montecalvo, Melito ed Ariano. A Montecalvo ci furono anche dei morti.
Per diversi anni la signora Iebba ha vissuto nella baracca, in attesa che le fosse riconosciuto il contributo per ricostruire la casa. Un bel giorno, quando gli amministratori decisero di togliere le baracche di legno per farle diventare depositi, a Rosaria fu assegnato un container arrivato subito dopo il terremoto del 1980. Una struttura moderna e funzionale, costruita dalla Soprefin di Genova, società del gruppo Finsider.  

Pin It

Leggi tutto: Una vita da terremota

Lezione apprese

LEZIONI APPRESE

Nel suo libro “Partenopeo in esilio”, Riccardo Pazzaglia narra un episodio di quando lui era bambino: un giorno si presentò nella sua classe una giovane donna, molto ben vestita, che, per conto della compagnia di assicurazioni per cui lavorava, parlò ai ragazzi dell’utilità di avere una polizza assicurativa sulla vita. Perché i bambini meglio comprendessero l’importanza di quanto proponeva loro, parlò diffusamente delle disgrazie che possono accadere ad un individuo: dall’incidente di macchina, alle malattie, alla tegola che gli cade in testa, al lampo che lo fulmina per strada. La cosa impressionò molto i bambini che, tutti insieme, proruppero in pianto. Per non dire, poi, delle reazioni dei loro familiari: sentito il racconto dei bambini spaventati, tutti si affrettarono a fare gli scongiuri, indirizzando alla signorina i peggiori epiteti di cui erano capaci. Il giorno dopo, tutti i bambini tornarono a scuola con l’abitino della Madonna appeso al collo, allo scopo di allontanare tutte le disgrazie paventate ai loro danni.Questa breve digressione mi serve ad introdurre l’argomento che vorrei trattare, togliendo ai buontemponi l’originalità delle battute di spirito e sperando di non indurre
nessuno a correre con la mano a quella parti del corpo ritenute punti cruciali per le pratiche antijettatorie. 
Se si apre il libro di Gian Bosco Cavalletti “Dalle pietre alla storia”, si nota che la storia di Montecalvo è possibile narrarla passando di terremoto in terremoto.
Tanti dei montecalvesi di oggi ne ricordano almeno due, se non tre: quello del 1962, quello del 1980 e, i più anziani, anche quello del 1930.
Quindi si può ben dire che la nostra terra è a forte rischio sismico. Io personalmente non ricordo quello del 1962 (avevo solo 10 mesi), mentre ho ben presente quello del 1980.

Pin It

Leggi tutto: Lezione apprese

Dalle pietre alla storia

Molto si è scritto su Montecalvo e ritenevo del tutto inutile riproporre ancora un libro.
Mi sono dovuto ricredere in quanto “Montecalvo – dalle pietre alla storia” non è il ripetere di cose già raccontate, ma è una ricerca insolita, ricca di curiosità, il tutto confortato da una documentazione ineccepibile.
L’impegno dimostrato dall’Autore è notevole, sia per la raccolta dei dati che per la loro interpretazione in un’ottica indubbiamente insolita.
Il libro è un’esposizione semplicissima dell’evoluzione storica di Montecalvo Irpino che, partendo dalle vestigia ancora esistenti, giunge alle cause che nel passato hanno dato vita al paese che noi oggi conosciamo.
La ricerca dell’Autore è stata difficile in quanto gli innumerevoli terremoti che si sono abbattuti sul nostro paese hanno cancellato le testimonianze che ci avevano lasciate le popolazioni succedutesi nei secoli.
Esistono ancora dei ruderi e l’Autore li richiama: le rovine del Castello e degli Ospedali dell’Annunziata e di Santa Caterina; i palazzi de Cillis e Pirrotti; le chiese di S. Gaetano e di S. Antonio. Ma Giambosco Cavalletti non si ferma ad esaminare le “pietre” del centro, esce dal borgo e nel capitolo VIII analizza i ponti romani di “S. Spirito” e di “Pezza di Cristina”; le “Bolle” della Malvizza; la chiesa di S. Vito; il Castello di Corsano con le chiese di quel feudo.

Pin It

Leggi tutto: Dalle pietre alla storia

Apprensione per la piccola Anna

  Ariano Irpino - Apprensione per la piccola Anna

Nelle chiese e nelle case dei quartieri più importanti di Ariano Irpino, ieri si è pregato fino a tarda sera. La città vive momenti di forte apprensione, è in ansia per una bambina di soli 12 anni, Anna, che sta lottando tra la vita e la morte all’ospedale Santobono di Napoli. Le sue condizioni sono molto gravi, attualmente è intubata e soltanto un miracolo potrebbe salvarla. Un primo miracolo lo hanno i fatto i medici dell’ospedale di Ariano chee nella notte tra lunedì e martedì, quando la piccola è arrivata dopo essersi sentita male all’incirca intorno alle quattro del mattina. La bimba, già dalla nascita, soffriva di crisi cerebrali, già in passato è stata male. Lunedì notte, prima un’emorragia cerebrale  e poi l’aneurisma. Ad accorgersene sono stati i genitori, molto stimati ad Ariano. Il papà di Anna, infatti, è un imprenditore. E’ una famiglia voluta bene da tutti. I genitori della piccola hanno subito allertato i sanitari del 118 che in un batter d’occhio, sono arrivati a casa della bambina e l’hanno trasportata presso l’ospedale civile del Tricolle. Qui, la bambina è arrivata in condizioni davvero disperate. Per questo motivo, è stato importante e fondamentale l’intervento dei medici.

Pin It

Leggi tutto: Apprensione per la piccola Anna