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Una stroria del 1943

La macchia che si scorgeva ai piedi della pineta doveva essere la casetta antisismica della maestra Emini. Associai la casetta a quel nome e mi tornò tutto in mente. Tutto in ogni particolare anche minimo. Dovevo soltanto trovare un angolo tranquillo, sedermi a pensare e avrei potuto recuperare l’intera storia legata al ricordo della maestra. Avevo rivisto in un lampo la sua faccia, che era bella, più bella per noi di quella delle attrici che vedevamo sui cartelloni davanti al cinema. Era di Torino, la nostra maestra,  ed era stata mandata al nostro paese per confino politico: una condizione che per noi suoi scolari non significava niente. Era una sorella maggiore, una zia buona, anche se diversi compagni se ne erano innamorati e le avevano promesso di sposarla, quando sarebbero stati grandi. Forse anch’io ne fui innamorato,

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Elezioni Francesco Caccese

Sfilata di cittadini Montecalvesi per l'elezione del conterraneo Caccese Francesco a deputato del Regio Parlamento Italiano

Montecalvo Irpino 31 marzo 1929

Elezione del conterraneo Caccese Francesco a deputato del Regio Parlamento Italiano

 



Infine nel 1929, anno prettamente politico, il regime dittatoriale fascista anche per il successo ottenuto con i "Patti Lateranensi" (11-2-1929) raggiunse una solidità che a molti sembrò indistruttibile. Tutto venne inquadrato dal partito: sindacati, dopolavoro, Opera Nazionale Balilla ecc.

 

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Brigantaggio

Una storia vera accaduta il 23 gennaio 1863,nella campagna Montecalvese

Montecalvo Irpino e il Brigantaggio

Giuseppe Schiavone era un contadino di S. Agata di Puglia, che si era dato "alla campagna per non rientrare al servizio militare come recluta della leva del 1860", e, durante il 1862, come risulta da un attestato del suo Comune, si era reso responsabile di: a) riunione in banda di malfattori, grassazione e sequestro di persona in danno dei fratelli Granato di S. Agata; b) furto di un cavallo in danno di Di Rienzo di S. Agata. Nel 1863 si era reso colpevole di: a) attacco e resistenza alla forza pubblica; b) uccisione di quattro buoi e due muli, incendio della masseria di Lorenzo Mazzo di S. Agata. Inoltre, prese parte ad un massacro fatto nel comune vicino di Orsara, uccise il tenente Lauri della Guardia Nazionale, un capitano e il tenente Paduli; partecipò ai conflitti con il 20° Fanteria ed il 22° Fanteria ………………………… un fascicolo dell'Archivio di Stato di Avellino (fascicolo 397 del Tribunale di Ariano) comincia con una relazione di Antonio Zucchetti per i fatti di Giuseppe Schiavone e della sua donna Filomena Pennacchio, commessi nel 1863: "Nel mattino del 23 gennaio 1863 la banda brigantesca capitanata dal masnadiero Giuseppe Schiavone, forte di 30 malfattori a cavallo ed armati, si diresse alla masseria dei fratelli Cristino a Montecalvo. Nelle ore pomeridiane lo Schiavone, con Filomena Pennacchio ed altri due briganti, trasse alla masseria D'Agostino e richiese a lui un cavallo e del denaro, minacciandolo di sequestro. I malfattori intanto, per esser sicuri, sequestrarono il figlio del D'Agostino e lo condussero nell'altra masseria dove stava il resto della banda... 

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I "sovversivi"

L'opera, curata da Francesco Barra, vuole contribuire a tracciare un quadro dell'antifascismo nell'Italia meridionale.
I primi due saggi qui raccolti, Teofilo Petriella e il popolarismo antifascista e Una famiglia antifascista: Pietro e Giuseppe Cristino, analizzano ed illustrano alcune presenze "esemplari" di antifascisti meridionali quali quelle di Teofilo Petriella, il battagliero deputato popolare direttore delle "Battaglie del Mezzogiorno", e di Pietro e Giuseppe Cristino, due nobili figure di militanti socialisti che incarnarono l'opposizione al regime e la fede nella libertà.

Il terzo e quarto saggio sono incentrati sull'Irpinia e hanno carattere documentario: Antifascisti irpini: I. Vinciguerra, B. Giordano, G. Galasso, V. Galasso, G. Iandoli, S. Possemato e Gli antifascisti irpini all'estero.

Montecalvo ha dato i natali a due nobilissime figure dell’antifascismo irpino: Pietro Cristino e suo figlio Giuseppe.
Nel corso della loro vita, lottando contro incomprensioni e persecuzioni, testimoniarono la loro fede incrollabile nella libertà e nella giustizia sociale.

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Montecalvo dopo la morte di re Guglielmo II°

 Montecalvo dopo la morte di re Guglielmo II° - I re svevi.

Con la morte di Guglielmo II° i regni di Sicilia passarono in successione - a Costanza normanna, che fu moglie dell’imperatore Errico VI° di Svevia. Vennero altri tempi - altri nomi — altre vicende. Le guerre di quei tempi per ricuperare i regni dotali, l’assedio di Napoli — la sua seconda venuta in Italia per il riacquisto dei regni medesimi - sono fatti che possiamo leggere nella storia generale. - Seguirono i tempi di Federico II° di Svevia, ma per la nostra terra- che rimaneva ancora nella terra beneventana, per mutar di tempi e di baroni, nulla o quasi, si era cambiato. Nel regno, i Feudi incominciarono ad essere ereditarii a tempo di Federico II° nel 1210 — dal quale fu pubblicata la Costituzione: Ut de successionibus - in cui si dichiara essere ereditari con l’investitura semplicemente. - A tempo di Carlo II° di Angiò, nel 1300 cominciarono ad essere ereditari sotto altra investitura, cioè per gli eredi discendenti dal legittimo corpo:Le aride cronache del nostro paese poco riportano di rilevante. Siamo sicuri che si viveva la vita di un paese feudale. Relativamente, era un centro notevole a causa dei rapporti che aveva con la vicina Ariano e dei contatti con Apice - Benevento - Buonalbergo - Corsano. Nel registro dell’imperatore Federico Il - 25 Dicembre 1239 - tra gli altri baroni che sono nominati - nel giustiziariato di Principato - per la custodia dei lombardi fatti prigionieri di guerra, vi è Matteo di Letto, che fu poi Signore di Montecalvo - come vedremo da un documento del R. Archivio. - Vi è pure Dominus Casalis—Albuli (Casalbore). Intorno a questi tempi, fu pure giustiziere imperiale di Principato e della nostra terra beneventana Tomasio de Montenigro - il quale ebbe il mandato di assegnare i detti prigionieri ai di versi baroni della sua giurisdizione. - Qui notiamo che diviso il regno in Provincie - Montecalvo fu inclusa in prov: di Principato ultra.

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