Una stroria del 1943
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- Categoria: Storia
- Pubblicato: Martedì, 20 Maggio 2003 10:35
- Scritto da Mario Sorrentino
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La macchia che si scorgeva ai piedi della pineta doveva essere la casetta antisismica della maestra Emini. Associai la casetta a quel nome e mi tornò tutto in mente. Tutto in ogni particolare anche minimo. Dovevo soltanto trovare un angolo tranquillo, sedermi a pensare e avrei potuto recuperare l’intera storia legata al ricordo della maestra. Avevo rivisto in un lampo la sua faccia, che era bella, più bella per noi di quella delle attrici che vedevamo sui cartelloni davanti al cinema. Era di Torino, la nostra maestra, ed era stata mandata al nostro paese per confino politico: una condizione che per noi suoi scolari non significava niente. Era una sorella maggiore, una zia buona, anche se diversi compagni se ne erano innamorati e le avevano promesso di sposarla, quando sarebbero stati grandi. Forse anch’io ne fui innamorato,


Montecalvo Irpino e il Brigantaggio
L'opera, curata da Francesco Barra, vuole contribuire a tracciare un quadro dell'antifascismo nell'Italia meridionale.
Con la morte di Guglielmo II° i regni di Sicilia passarono in successione - a Costanza normanna, che fu moglie dell’imperatore Errico VI° di Svevia. Vennero altri tempi - altri nomi — altre vicende. Le guerre di quei tempi per ricuperare i regni dotali, l’assedio di Napoli — la sua seconda venuta in Italia per il riacquisto dei regni medesimi - sono fatti che possiamo leggere nella storia generale. - Seguirono i tempi di Federico II° di Svevia, ma per la nostra terra- che rimaneva ancora nella terra beneventana, per mutar di tempi e di baroni, nulla o quasi, si era cambiato. Nel regno, i Feudi incominciarono ad essere ereditarii a tempo di Federico II° nel 1210 — dal quale fu pubblicata la Costituzione: Ut de successionibus - in cui si dichiara essere ereditari con l’investitura semplicemente. - A tempo di Carlo II° di Angiò, nel 1300 cominciarono ad essere ereditari sotto altra investitura, cioè per gli eredi discendenti dal legittimo corpo:Le aride cronache del nostro paese poco riportano di rilevante. Siamo sicuri che si viveva la vita di un paese feudale. Relativamente, era un centro notevole a causa dei rapporti che aveva con la vicina Ariano e dei contatti con Apice - Benevento - Buonalbergo - Corsano. Nel registro dell’imperatore Federico Il - 25 Dicembre 1239 - tra gli altri baroni che sono nominati - nel giustiziariato di Principato - per la custodia dei lombardi fatti prigionieri di guerra, vi è Matteo di Letto, che fu poi Signore di Montecalvo - come vedremo da un documento del R. Archivio. - Vi è pure Dominus Casalis—Albuli (Casalbore). Intorno a questi tempi, fu pure giustiziere imperiale di Principato e della nostra terra beneventana Tomasio de Montenigro - il quale ebbe il mandato di assegnare i detti prigionieri ai di versi baroni della sua giurisdizione. - Qui notiamo che diviso il regno in Provincie - Montecalvo fu inclusa in prov: di Principato ultra.