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Terremoto 1980

Domenica 23 Novembre 1980, era la giornata susseguente la chiusura della Fiera di Santa Caterina.
Gli operatori ecologici, erano impegnati nella risistemazione delle strade che particolarmente quell’anno ,avevano visto una partecipazione straordinaria di persone,  grazie anche alla benevolenza del "tempo"   in quella giornata non restio nell'offrirci un clima mite e piacevolmente temperato.
Nel pomeriggio, i bar del corso principale erano molto frequentati come al solito per poter seguire l’appuntamento canonico di “Tutto il calcio minuto per minuto”, trasmissione radiofonica seguita dagli sportivi con enorme interesse. Quel giorno, per le strade non c’erano solo gli appassionati di calcio, ma tutte quelle persone che avevano partecipato alla Fiera e ne commentavano l’esito. Erano tutti

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La processione di S.Antonio del Dott.Stiscia

Montecalvo Irpino

La Processione di Sant’Antonio

Il 13 Giugno,come è secolare consuetudine,in questo piccolo centro dell’Irpinia,si effettua la Processione in onore di Sant’Antonio da Padova,a cui è dedicato il  seicentesco Convento Francescano ofm.

La processione parte nel primo pomeriggio del 13 e attraversa tutte le strade del paese e dopo innumerevoli soste ad altarini improvvisati,dalle solite famiglie o dal rione,fa ritorno al Convento da cui era partita ,verso sera,dopo alcune ore di stancante peregrinare.

Nella tradizione montecalvese,la statua è preceduta dai bambini vestiti con l’abito della prima comunione,esatta riproduzione di quel che sarà il futuro vestito da matrimonio.

Seguono le donne e le ragazze da marito,in due colonne distinte a far da ali alla statua miracolosa.

Le penitenti scalze

Dietro la statua si pongono ,in posizione privilegiata ,alcune donne(Penitenti)che senza scarpe o addirittura scalze,seguono la statua recando in testa ricchi cesti di canna,ricolmi di gigli.

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La Pacchiana: descrizione del costume

La Pacchiana: descrizione del costume
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Quando si parla di pacchiano,nel gergo corrente ,ci si rifà ad un modo di essere e di vestirsi stravagante e appariscente privo cioè di quella classe e/o di quel decoroso equilibrio che  offende i canoni della bellezza estetica.
Non è certamente il nostro caso, il termine PACCHIANA, nella originaria etimologia, si rifà ad una manifesta voglia di divertimento, di allegria, un miscuglio di odori e sapori, di canti e tarantelle che facevano pensare alla Pacchia.
Il costume montecalvese "La Pacchiana" ;non può considerarsi nemmeno tale per il semplice fatto che viene indossato, ancor oggi, da molte donne anziane fatto questo che lo rende un reperto vivente storico, culturale, antropologico in continua evoluzione.

Descrizione del vestito-costume

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Conferenza - Dibattito - sul film di Mel Gibson - The Passion

Il grande successo dell'ultimo film del regista americano Mel Gibson, ha favorevolmente impressionato e contagiato l'ambiente della nostra comunità parrocchiale, tanto da impegnare il nostro parroco, il vulcanico Don Teodoro Rapuano, nell'organizzazione di un dibattito - conferenza, dove si tenterà di dare risposta alle tante domande che sono sorte spontanee nelle coscienze dei montecalvesi che hanno già visto il film e di quelli che lo vedranno nei prossimi giorni.
Interrogarsi e ottenere risposte sulle problematiche che il film di Gibson esprime, particolarmente nella "rappresentazione del dolore" delle ultime dodici ore della vita di Gesù Cristo, espressa con particolare tensione, dimostra senz'altro la volontà di compiere un salto di qualità del nostro modo di essere "cristiani".
Ed è partendo da queste considerazioni che l'incontro dibattito del 12 maggio presso il cinema Pappano si preannuncia come una seria oppurtunità da cogliere per confrontarsi su tematiche fondamentali, come quelle della religiosità, della sofferenza, dell'amore e della tolleranza, oggi alla base della costruzione di un nuovo sistema di vita che più che mai deve essere globale ed incidere sulle coscienze di ogni essere umano.

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Anniversario della tragica scomparsa del grande Torino.

4 maggio 2004 - anniversario della tragica scomparsa del grande Torino.

Questa mattina, anniversario del tragico evento 4 maggio 1949, essendo un sacerdote francescano ho celebrato la Santa Messa per i campioni dei miei sogni di gioventù, giustamente campioni.
La tristezza occupa tutto il mio essere ricordandomi chi eravamo e come ci hanno fatto diventare. Io so tutto perciò dentro di me c'è tutto per poter dire certe cose.
Non sono tipo che mi lascio prendere dal rancore ma è necessario che i cannibali, le arpie, le iene che si sono intrufolate nel sacro recinto granata se ne
vadano al più presto perchè, al di là della giustizia umana che non sempre paga i meritevoli, c'è una giustizia divina che prima o poi cadrà come una montagna sulle spalle di chi offende i valori della vita, anche quelli sportivi.
Il Toro non finirà perchè è un valore vero piuttosto finiranno quelli che, ne abbiamo tanti di esempi, si sono, improvvisamente ed iniquamente arricchiti vendendo plastica e derivati.Potete capire cari amici,fratelli granata, che veleno c'è dentro di me. In questi ultimi anni, anche per alleviare il dolore dello scempio in atto, ho creato in questo paese tutto il movimento calcistico giovanile:pulcini, esordienti, giovanissimi, allievi vestendoli di granata dalla testa ai piedi, avendomi spesso regalato con le loro genuine prestazioni delle sensazioni incredibili, rivedendo in loro le varie gesta dei campioni morti a Superga tragicamente e che non nasceranno mai più perchè i valori di quei tempi erano sportivi, quelli di oggi sono originati, come dice il poeta latino, "DALL'AURI SACRA FAMES".Che schifo!!!!!

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La " Tarantella Montecalvese" ed i suoi equivoci

Montecalvo Irpino (AV) La tarantella napoletana nacque a Napoli ai primi del ‘700. A quel tempo le coppie si conoscevano tramite le famiglie. L'amore tra i giovani era platonico. Era molto difficile avere dei contatti, potevano solo guardarsi e sorridersi.I genitori accorgendosi delle simpatie reciproche tra i loro figli organizzavano delle festicciole che finivano sempre a tarallucci e vino (queste erano le loro possibilità!). Sul finire delle festicciole c’era sempre la tarantella. Anche perché in quell’epoca nelle famiglie non mancava mai un mandolino e un tamburello. In seguito un grande maestro napoletano Raffaele Donnarumma musicò la prima tarantella. E man mano venne figurata con vari quadri che mascheravano dietro il ballo momenti in cui era possibile di guardarsi negli occhi o in viso, sentire i primi contatti fisici dove dalla stretta della mano stessa, si poteva capire l'intensità dell'amore che stava per nascere, fino ad abbracciarsi in girotondo facendo capire che la loro felicità in seguito si poteva trasfomare in amore. 

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