La " Tarantella Montecalvese" ed i suoi equivoci
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- Categoria: Cultura
- Pubblicato: Giovedì, 06 Maggio 2004 21:44
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Montecalvo Irpino (AV) La tarantella napoletana nacque a Napoli ai primi del ‘700. A quel tempo le coppie si conoscevano tramite le famiglie. L'amore tra i giovani era platonico. Era molto difficile avere dei contatti, potevano solo guardarsi e sorridersi.I genitori accorgendosi delle simpatie reciproche tra i loro figli organizzavano delle festicciole che finivano sempre a tarallucci e vino (queste erano le loro possibilità!). Sul finire delle festicciole c’era sempre la tarantella. Anche perché in quell’epoca nelle famiglie non mancava mai un mandolino e un tamburello. In seguito un grande maestro napoletano Raffaele Donnarumma musicò la prima tarantella. E man mano venne figurata con vari quadri che mascheravano dietro il ballo momenti in cui era possibile di guardarsi negli occhi o in viso, sentire i primi contatti fisici dove dalla stretta della mano stessa, si poteva capire l'intensità dell'amore che stava per nascere, fino ad abbracciarsi in girotondo facendo capire che la loro felicità in seguito si poteva trasfomare in amore.
Comunque non penso che zio liberato e la novità da voi scoperta e da anni che facciamo eventi e manifestazioni da tutte le parte e nella squadra zio liberato e parte fondamentale e da sempre da me sponsorizzata e promossa , basta vedere i v...ari documentari fatti su rai tre e anche con Geo & Geo .Debbo notare che si e molto distratti nel conoscere quello che si fa sul territorio .Comunque va bene , zio liberato e una parte di storia che sta passando ed e' una memoria straordinaria continuate a raccogliere le sue storie e i suoi ricordi sono fondamentali per segnare il passato. Se posso fare qualche suggerimento raccogliete i suo racconti e i passi della della sua vita vissuta, esempio come e' avvenuto il suo approccio con il ruganetto e come vivevano nel mondo rurale nel quando lui era giovanotto. Pensa che nel mese di agosto abbiamo partecipato con la presenza di zio liberato ad un matrimonio a Sapri dove alla sposa e stata portata la tipica serenata montecalvese.
Angelo Siciliano, scrittore e poeta di Montecalvo Irpino
Quello che è stato divulgato in questi anni, anche attraverso le tivù, è un folk edulcorato, fasullo, lontano mille miglia dall'autenticità ormai perduta col tramonto e coll'affossamento della nostra civiltà agro-pastorale. Solo un analfabe...tismo culturale, glottologico, antropologico, etnografico e una riscrittura di canti volgari, estranei alla tradizione montecalvese, e una miopia più o meno diffusa possono far ritenere che tanti sforzi fatti abbiano colto nel segno e fatto rivivere qualcosa che non potrà mai più ritornare. Anche i costumi delle pacchiane sono una vera pacchianata. Certo, fanno colore ma sarebbe stato meglio andare alla ricerca dei costumi autentici delle nostre bisnonne - e chi conserva qualche foto antica può rendersi conto di quel che dico - per ripensare a un modo diverso di far vestire qualche gruppo nostrano che ha l'ardire di esibirsi in giro. E non sono cento o mille persone o un milione di telespettatori che possono attribuire la patente di autenticità a uno spettacolo che di autentico non potrà avere nulla. Certo è uno spettacolo e lo è come tanti altri, e basta frequentare i festival del folklore, nazionale o internazionale, per ampliare le proprie vedute - d'altronde il nostro paesello non è l'ombelico del mondo - per capire che di quella "radice autentica" non è rimasto quasi nulla. Insomma si fanno delle variazioni sul tema. Gli oltre 200 canti , compreso un poema cantato di 107 quartine, che ho raccolto in paese in decenni di ricerca sul campo, mi mettono nelle condizioni di emettere questo severo giudizio.
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