Emergenze locali e prospettive future

Non si può più ignorare che la società irpina stia accusando gravi disagi derivanti da una serie di emergenze locali, a cominciare da una inarrestabile riduzione demografica che  provoca un invecchiamento progressivo dei nostri paesi, tranne rare ed isolate eccezioni che procedono in controtendenza grazie al flusso di lavoratori forestieri ed immigrati. Parallelamente al calo demografico, negli ultimi anni si è manifestato un drammatico fenomeno di “spaesamento”, cioè di atomizzazione sociale dei nostri paesi, che è la conseguenza più atroce ed assurda di una modernizzazione selvaggia che ha innescato un processo di imbarbarimento e mercificazione dei rapporti umani, improntati ad un disvalore dominante, il profitto economico, quale unico scopo e unico modello di vita imposto alle giovani generazioni. 

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Ai Montecalvesi e agli Irpini nel mondo

Montecalvo Irpino, tra Benevento e Avellino, è uno dei tanti paesi del sud dove la miseria, l'emigrazione, hanno consumato, quotidianamente , la forza e la voglia di fare.
Ma tutto questo non ha impedito a Montecalvo di far ascoltare la propria voce.
Come spesso succede, a chi è costretto ad abbandonare la propria terra, rimangono i suoni uditi e passati tra le mura domestiche,nella piazza del paese, nei campi. 
Andare a ricomporre la memoria collettiva,riconquistare la lingua delle proprie origini significa infondere e dar coraggio, ma sopratutto riconsegnare, a chi l'aveva perduta, la sua giusta appartenenza ad una civiltà antica degna di rispetto pregna di atavica nobiltà.
Suoni e rumori che rimangono intatti nella memoria, ritornando costantemente alla luce nei momenti in cui ognuno deve fare i conti con se stesso.

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La Fiera di Montecalvo in onore di Santa Caterina

S. Caterina è una delle figure più colpite dalla maldestra ripintura di epoca napoleonica. E' appunto dalla foggia del suo abito che si ritiene di poter datare il rifacimento. Quadro di Michelangelo Merisi detto il "Caravaggio".La fiera di Montecalvo in onore di S.Caterina
Dovrebbe trattarsi di Santa Caterina d’Alessandria, la cui festa cade il 25 novembre, e non della Santa di Siena, che viene festeggiata il 29 aprile.

Inoltre, ricordo che nella chiesa di S. Bartolomeo ( a Montecalvo) c’era, quand’ero piccolo, una statua lignea della Santa che si appoggiava a una ruota dentata, proprio lo strumento di tortura di Santa Caterina d’Alessandria. 

Del resto, era proprio per questa ruota – anche se con uno stravolgimento tragico e un po’ farsesco – che i mercanti si aggiungevano alla lunga teoria di categorie sociali e di mestiere devote alla Santa.

Speravano, i mercanti, che la Santa proteggesse le ruote dei loro carri, mentre si spostavano da una fiera all’altra, dimenticandosi che quella ruota dentata di ferro serviva a tutt’altro scopo.

Forse dobbiamo scusarli perché nel Medioevo, quando maggiormente fiorì la devozione a Santa Caterina, era difficile arrivare con le ruote e le ossa intatte, viaggiando lungo le vie scassate che c’erano allora.

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Il Rione Trappeto di Montecalvo Irpino

In nessuna delle schede scritte per questo museo virtuale mi sono espresso in prima persona come ora sto per fare riguardo al rione Trappeto del mio paese d’origine.
Una specie di pudore mi ha trattenuto dal farlo, una specie di blocco psicologico, per molto, troppo tempo. Si trattava, lo temevo, di recitare solamente un elogio funebre.
Si può parlare di un pezzo di paese, di un piccolo mondo incastonato ai margini del centro storico come si fa di una persona morta? Ora so che si può fare , perché il Trappeto è morto.
Giace con le facciate sventrate delle sue case sulla pendice meridionale della nostra modesta montagna e sembra che stia per scivolare nella voragine del Fosso Palumbo.Le antiche case scavate nell’arenaria e ordinate in gradoni sono ormai immerse nel silenzio e non danno più segni di vita.

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Liceali Ariano ed il vescovo Nogaro

Il vescovo emerito Nogaro in gruppo con il Prof.Giovanni Maraia e  gli studenti arianesi

I giovani liceali arianesi incontrano

il Vescovo emerito Nogaro a Caserta

Da Ariano Irpino a Caserta, grazie ad un libro che il Prof. Giovanni Maraia, insegnante di storia e filosofia gli ha fatto leggere (“Ero straniero e mi avete accolto”). Così i ragazzi del Liceo P.P.Parzanese hanno conosciuto l’operato e le idee di Raffaele Nogaro, tanto da volerlo incontrare di persona, giovedì 4 marzo. Una chiacchierata amichevole, ospitata da don Battista Marello a San Leucio, dove i ragazzi si sono poi trattenuti col parroco di san Ferdinando Re e così hanno conosciuto il Belvedere e la visione utopica che l'ha fatto nascere. Tantissime le domande a cui il vescovo emerito di Caserta ha risposto senza censure: libero sempre, e adesso più che mai, con gli studenti del Parzanese. In un clima quasi familiare, i ragazzi chiedono, parlano dei loro dubbi, cercano di capire perché quelli come Nogaro all’interno della Chiesa siano un’eccezione, una nota stonata,

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