Gerardo Iannone
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- Categoria: Storia
- Pubblicato: Mercoledì, 10 Gennaio 2024 10:25
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GERARDO IANNONE
Ciao Alfonso, come stai? Scusa il ritardo ma sono stato via per alcuni tornei di calcio ed ho avuto problemi di connessione per diversi giorni.
Grazie che ti sei ricordato di me perchè anche se negli ultimi anni sono tornato al paese ti ho visto poco, poi da quando i miei sono andati a vivere
da mia sorella a Benevento le mie visite a Montecalvo sono state sempre più rare, poi a ottobre scorso è morto mio padre. Io dall'ottobre del 1975 vivo
a Como, città bellissima, turistica e cara, ma a dimensione d'uomo, per la tranquillità e il vivere sereno. Dopo i primi anni d'insegnamento dal 1980
sono entrato nella carriera amministrativa della scuola, attualmente sono il Direttore Amministrativo di un Istituto Comprensivo ma da settembre prossimo
mi trasferisco presso un importante Istituto Superiore sempre a Como.




La cappella nasce nel 1556, nel momento di massimo splendore della famiglia Carafa, per volontà di Giovan Battista I, terzo conte di Montecalvo. La sua costruzione segue di un anno la salita al papato di Giovan Pietro Carafa, Paolo IV, figlio di Giovann’ Antonio di Diomede conte di Maddaloni. Il rapporto di parentela tra il ramo di Montecalvo e quello di Maddaloni parte dai fratelli Antonio Carafa, detto Malizia, padre di Diomede e nonno di Paolo IV, e Tommaso Carafa, avo diretto dei Conti di Montecalvo. Il monumento fu posizionato al centro della navata minore destra della tardogotica chiesa collegiata di Santa Maria Maggiore, divenuta dell’Assunta in occasione dell’ampliamento del capitolo concesso nel 1672 da papa Clemente X su richiesta del duca di Montecalvo Carlo Pignatelli. Esso rappresentò il primo allargamento della navata che solo dopo il decreto del 1693, emanato nella stessa chiesa dal cardinale Vincenzo Maria Orsini, arcivescovo di Benevento e papa, col nome di Benedetto XIII, dal 1724 al 1730, vide l’erezione delle altre due cappelle laterali, attigue alla Carafa e con essa comunicanti dopo che, in esecuzione dello stesso decreto, furono demolite le pareti degli archi laterali interni.