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Felice Cristino ci ha lasciato

Un affabile e ospitale patriarca, depositario dei canti arcaici montecalvesi e una delle ultime “biblioteche” viventi della civiltà contadina

Felice Cristino, “zi’ Filìci Pannucciéddru”, nato a Montecalvo Irpino (AV) il 23 dicembre 1921, in una numerosa famiglia patriarcale contadina con dieci figli – quattro femmine e sei maschi –, ci ha lasciato la mattina del 1° febbraio 2010.

Grande cantatore, col fratello Giovanni (Montecalvo Irpino, 1933-2005), di canti politici e sociali, funebri, ballate e del poema montecalvese “Angelica” di 107 quartine, l’unico riscontrato in Irpinia, era un raffinato affabulatore e poeta contadino. Era anche alfabetizzato, il che non guastava.
Era cugino di mio padre per parte di madre, sorellastra di mio nonno.
In questi ultimi venti anni ho frequentato, con una certa assiduità, la sua casa rurale e la sua famiglia.
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Salvo D’Acquisto e Montecalvo.

L’eroico carabiniere Salvo D’Acquisto, primo di cinque fratelli, nasce a Napoli il 17 ottobre 1920. Frequentò le scuole presso i Salesiani. Ebbe come professore di lingua francese e musica un montecalvese, don Pietro Cavalletti *. Salvo D’Acquisto, al compimento del diciottesimo anno d’età, il 15 agosto del 1939, si arruolò nell’Arma dei carabinieri. Frequentò il corso per effettivi  presso la Scuola Allievi di Roma. Durante le ore di libera uscita frequentava due luoghi: “Il Museo Storico dell’Arma” ed il Vaticano. Divenne carabiniere il 28 ottobre 1940.

La Torre di Palidoro. Dopo l’8 settembre 1943 un reparto di SS si installò in una caserma abbandonata sita nella Torre di Polidoro, nelle vicinanze di Torrimpietra.

La sera del 22 settembre alcuni soldati tedeschi, rovistando in una cassa, provocarono lo scoppio di una bomba a mano. Uno dei militari rimase ucciso e altri due feriti. L’episodio, del tutto fortuito, i tedeschi lo attribuirono ad un attentato dei partigiani.

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Il Trappeto

IL TRAPPETO

Veduta del Trappeto dopo il sismo del 1930

Foto archivio Palazzo Stiscia

Il complesso architettonico e urbanistico è da considerare un unicum,paragonabile ai più famosi Sassi di Matera solo per la disposizione a terrazze e alla conformazione,nel mentre son ben diverse le caratteristiche legate ai servizi comuni e alla convivenza delle genti,molto simile ad una società comunarda complessa,regolata da rigide regole di convivenza e di interdipendenza.

Trappeto è termine di derivazione greca e si rapporta alla lavorazione e trasformazione delle olive,termine ancor oggi usato correntemente dalla popolazione,insieme a Frantoio.

La presenza di numerosi frantoi oleari,del tipo a macina in pietra ,tirata da asini,delineò la toponomastica di una non vasta area,che col tempo ebbe ad aver una incidenza abitativa enorme e la nascita di un vero e proprio formicaio umano.

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Mons. Gaetano Maria Stiscia

Mons. Gaetano Maria Stiscia Vescovo di Nusco (1860-1870).

Figlio di Michele e Carmina Sorrentino era nato a Montecalvo nel 1808,pronipote del famoso Canonico Don Domenico Stiscia,ne aveva seguito la vocazione sacerdotale,divenendo in tal modo erede materiale e spirituale di quel suo illustre parente,
che aveva partecipato attivamente alle vicende storiche,politiche e religiose a cavallo tra il 700 e l’800.

Avviato alla carriera ecclesiatica,compì i suoi studi nel Seminario di Nola, a quell’epoca risalgono alcuni sonetti e composizioni che avranno una partitura musicale, in felice continuità col famoso prozio,noto organista,compositore e scienziato(astronomo).

Ordinato Sacerdote nel 1831 dall’Arcivescovo di Benevento Giovan Battista Bussi,fu nominato Protonotario Apostolico da Papa Gregorio XVI il 15 Luglio 1834.

Nel 1842 fu nominato Canonico della Collegiata di Santa Maria  Assunta di Montecalvo( a questo periodo risalgono alcuni componimenti poetici ed elegiaci ).

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Il Tortano

Il Tortono,il nonno del Panettone.

Ha la forma di una pagnotta di pane,anche se un po’ più schiacciata ed è il tipico dolce pasquale montecalvese.

Si, stiamo parlando di un dolce e non di quel ben più famoso tortono napoletano,campione di grassi ed esempio di rusticità.
Si prepara da secoli, il “tortono montecalvese”,con una procedura complessa che dura almeno 8 ore e che vede un proliferare di uova fresche,farina e frutta candita.
La procedura per molti aspetti segreta è molto simile al ben più famoso panettone.
Ci piace pensare che Francesco Sforza,signore di queste terre,nel riparare in terra milanese abbia portato con sé la tradizione e la ricetta per fare il re dei dolci.
La presenza dei canditi va ricondotta alla tradizione araba trasmessa alla penisola da Federico II ,a cui si deve forse l’importazione di un dolce dalla squisita fattura araba e sicuramente siciliana.

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