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Il contadino che cantò il 2 giugno

Scarsissime in Campania si contano le testimonianze di autentiche espressioni di canto politico, anche se va attestata, al contrario, una sommersa produzione di tal genere, specialmente in Irpinia. Il canto politico, dal punto di vista musicale, raramente può riferirsi a moduli etnici, e generalmente si poggia su melodie popolaresche di larga diffusione, più atte ad accogliere un testo destinato ad una chiara comprensione verbale. Questo è il motivo per cui, assolta la sua funzione storica, un canto politico esce poi dall’uso, dai repertori che connotano la funzione metastorica del canto espresso in un rituale collettivo.
Il canto politico, quindi, rimane vivo solo nella memoria di chi visse quel momento, di cuiquel canto fu voce reale di avvenimenti che coinvolsero il contesto sociale.
Ciò spiega anche la esigua documentazione di canti popolari politici, che, necessariamente, vivendo di trasmissione orale funzionale alla collettività, quando hanno esaurito la loro funzione storica, si dissolvono nei recessi della memoria collettiva.

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Montecalvo 1954: la vana richiesta di passare al Sannio

Il 25 agosto 1945 il sindaco Pietro Cristino (nominato dal CLN) chiese il passaggio di Montecalvo Irpino alla provincia di Benevento. Non era una novità: un’analoga istanza era stata già inutilmente formulata nel 1923. L’allora commissario prefettizio dell’amministrazione provinciale di Avellino, il navigato ex parlamentare Francesco Amatucci, oppose il suo netto rifiuto a questa e alle analoghe richieste di Sant’Arcangelo Trimonte e Buonalbergo: “mi permetto di far presente che in analoghe condizioni si trova il comune di Pannarano che, pur appartenendo alla provincia di Benevento, è completamente, a sua volta, intercluso nel territorio della provincia di Avellino e la popolazione, a quanto sembra desidererebbe il passaggio del comune alla provincia di Avellino [… ]Si potrebbe, in tal modo, abbinare il provvedimento, con l’eliminazione delle due anormalità topografiche e con una certa compensazione territoriale e finanziaria fra le due province interessate, ciascuna delle quali perderebbe un comune per riacquistarne un altro“. Avvertendo il potenziale rischio di frantumazione del territorio provinciale (erano in fermento anche vari comuni limitrofi alle aree salernitana e nolana) un anonimo funzionario della prefettura annotò a margine della delibera di Montecalvo: “a poco a poco la provincia verrà soppressa!”

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Crocefisso aureo sparito, Monsignor Acrocca chiarisce la sua posizione

Sulla posizione che ha ritenuto di assumere l’Arcivescovo, Monsignor Felice Accrocca, in merito alla vicenda della sparizione del ‘Crocifisso aureo’, giunge la spiegazione ufficiale. “Oggi, durante la trasmissione televisiva ‘ItaliaSì’, in onda su Rai 1 in orario pomeridiano, l’arcivescovo, monsignor Felice Accrocca, è stato chiamato in causa in riferimento alla vicenda della sparizione del ‘Crocifisso aureo’, forgiato con oro votivo, offerto in dono a san Pompilio Maria Pirrotti e conservato a Montecalvo Irpino (AV) presso il Museo parrocchiale. Chi ha parlato, ha affermato – impropriamente – che l’arcivescovo non sarebbe “intervenuto”.

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Le misteriose dimissioni di don De Chiara

Le misteriose dimissioni di don De Chiara ed il prezioso gioiello sostituito con una patacca di plastica

E’ giallo a Montecalvo Irpino per la sparizione di un crocifisso aureo, dal peso stimato di circa 2 kg, sostituito con un crocifisso di plastica palesemente costruito sul modello dell’originale.
La denuncia arriva da Franco Aramini, ex assessore comunale del comune irpino, che con una nota stampa fa luce sul furto presso il Museo della Religiosità Montecalvese e della Memoria Pompiliana, con sede a Montecalvo Irpino.
Museo dedicato a San Pompilio Maria Pirrotti taumaturgo che ha operato nel 1700 nella chiesa del Caravaggio a Napoli.

L’oggetto sparito costituisce uno degli elementi più rappresentativi del Museo, regolarmente inventariato dalla competente soprintendenza di Salerno Avellino e Benevento così come testimoniato anche dalla scheda storica che corredava, prima del pezzo in plastica, il manufatto originale: “Cristo Crocifisso (Secolo XX) oro giallo a fusione, inciso”. Il crocifisso è stato realizzato nel 1966 in occasione del bicentenario della morte di S. Pompilio.
Offerto dai Montecalvesi in onore del Santo è stato ricavato dalla fusione di un ingente quantitativo di oro votivo donato dalla popolazione.
Fino al giorno 15 luglio 2020 il crocifisso era regolarmente esposto nella sua vetrina museale così come testimoniato dalla foto che costituisce l’Allegato nr. 1 del presente esposto.

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Montecalvo Irpino 1930:memorie

A Montecalvo descrivere quel che desta nell’animo mio lo spettacolo terribile della strage di Montecalvo è impresa difficile quanto quella di voler definire quale sensazione di autentico raccapriccio m’abbia pervaso e colpito fin dall’ingresso in paese. Ì proprio in questo comune che la irreparabilità e consistenza del disastro assume veste e colore di tragedia imponderabile. M’inoltro per le deserte strade di questo paese ove manco da un mese appena, e qualcosa mi si  stringe ed accartoccia nell’intimo, qualcosa freme nella mia subcoscienza.
L’accesso alle strade maggiormente colpite è rigorosamente vietato, stante il gravissimo pericolo d’improvvisi crolli.
Attraversare un Comune devastato, in veste di turisti, attraversarlo come fanno alcuni... necrofili o necrofori che dir si voglia, produce indubbiamente una impressione assai viva.

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