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Categoria: Storia
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Pubblicato: Giovedì, 14 Settembre 2006 16:09
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Scritto da G.B.Cavalletti
Ancora una volta la figura di San Pompilio, con forza, pone la riflessione sul mistero della Morte.
Giovanni Bosco Maria Cavalletti
Lo fece, egli, in vita, con l’eccezionalità degli eventi di cui, con i defunti, fu protagonista.
Con i doni divini affascinò i suoi contemporanei e, con l’eco di essi, rapì la mente ed il cuore di un futuro papa. Mons. Gioacchino Pecci, che nel 1838 aveva aperto il processo apostolico beneventano per la beatificazione dello scolopio Pompilio Maria Pirrotti, confessò, circa sessant’anni dopo, di essersene assicurato, sin d’allora, il patrocinio quotidiano.
La voce dei defunti, che come viventi recitarono il Santo Rosario per il suffragio della loro anima, come sacra leggenda ai posteri tramandata, indusse ad una profonda riflessione il Pontefice Leone XIII che nel 1899, a questo proposito, scrisse I testimoni udimmo, esaminati, furon chiari i prodigi.
Lo stesso mistero costrinse al confronto gli attori del processo di canonizzazione che, caso forse unico nella storia della Chiesa, su di esso dovettero ufficialmente esprimersi.
E’ storia dei nostri giorni: la statua di Mamma Bella dell’Abbondanza, l’affetto terreno più caro di S. Pompilio, reca immagine di un teschio nella pupilla del suo occhio destro.
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