Li Diasìlli pi la buonalima di la jummenta
- Dettagli
- Categoria: Tradizioni
- Pubblicato: Mercoledì, 31 Luglio 2013 09:31
- Scritto da Angelo Siciliano
È il primo canto satirico o maccheronico-religioso riscontrato nel territorio montecalvese. Da informazioni raccolte, pare che esso sia stato introdotto a Montecalvo, verso la fine dell’Ottocento inizio Novecento, dai braccianti del paese, che si recavano a piedi, “cu zappa, zarrìcchji, stirràzza e na sacchètta ‘ncuóddru cu na shcanàta di pane, nu pócu di cumpanàggiu e na buttéglia di vinu” – con zappa, ghette, netta zappa di canna e un sacco addosso con una forma di pane, un po’ di companatico e una bottiglia di vino, a una trentina di chilometri di distanza, a zappare in autunno per la semina, a Torre Nocelle e a Sturno, dove si trattenevano per qualche settimana. È un canto che rappresenta una parodia, più che del Dies irae, di altri canti gregoriani, che i frati erano chiamati a intonare nelle messe funebri o sulle tombe dei defunti, nel giorno dei morti.