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Categoria: Notizie
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Pubblicato: Lunedì, 04 Ottobre 2004 10:22
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Scritto da Redazione
L’iconografia bizantina, si trasforma in maniera evidente, quando dalla sua provenienza orientale entra progressivamente in contatto con gli ambienti religiosi in Italia. A causa della rinascita economica e spirituale, in occidente, a partire dal 1100 fino all’opera di Giotto si assiste, infatti, ad un processo di rielaborazione degli stilemi classici.La rielaborazione è talmente profonda che sarà l’impianto stesso delle chiese che subirà delle modifiche. Dall’iconostasi e dall’abside centrati sul Cristo Pantocrator attorno cui ruotano le altre presenze, (la Madre di Dio e gli altri Santi, tipico del mondo orientale) si passerà ad una diversa disposizione.La figura del Cristo sarà assegnata entro lo schema del crocifisso, normalmente posta sopra l’altare principale, mentre la Madre di Dio sarà raffigurata con il bambino in braccio e normalmente attorniata da Santi locali, e presto anche dai committenti delle opere: solitamente queste figure della Madre di Dio saranno collocate sull’altare laterale, o in cappelle attigue l’altare centrale. Lo spostamento teologico è evidente ed esprime una diversa concezione dell’uomo e di Dio che cresce di pari passo con la spiritualità che matura in Italia in quel periodo, evidenziata dalla rinascita dopo l’anno mille e caratterizzata da un desiderio di vicinanza fra la vita quotidiana e i misteri della fede. Le figure ricevono quindi una “umanizzazione” se paragonate con le figure bizantine e anche i movimenti appaiono accennati. Il Cristo in croce, posto sopra l’altare suggerisce la ricapitolazione di tutto il mistero della salvezza, ponendo l’accento sul mistero dell’incarnazione che parla il linguaggio di un Dio appassionato per la vicenda terrena.
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