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Il problema annoso dei rifiuti campani.

Il problema annoso dei rifiuti campani.
In Campania il problema dei rifiuti perdura da almeno un decennio e ricorrentemente sale alla ribalta della cronaca locale e nazionale, anche per le implicazioni e le complicazioni d’ordine pubblico che va ad innescare. È sotto gli occhi di tutti che la politica ha difettato di una visione lungimirante, dimostrando finora incapacità e impotenza a risolvere questo problema. L’ecomafia avrebbe adoperato ex cave e siti non autorizzati per lo smaltimento abusivo dei rifiuti tossici, di cui si è persa traccia. Insomma la raccolta dei rifiuti è un business molto appetibile e su di esso l’ecomafia è riuscita a mettere le mani, con danni molto gravi per l’ambiente e il rischio serio d’inquinamento delle falde acquifere. Da qualche anno la megadiscarica di Pianura (NA) è satura e non è più in grado di ricevere rifiuti.

Anche i sette impianti, allestiti in Campania per la produzione di combustibili ricavati dai rifiuti, finiscono spesso nell’occhio del ciclone. La magistratura interviene ponendoli sotto sequestro. In tali frangenti la crisi dei rifiuti si acuisce e Napoli e altre città campane sono sommerse da cataste d’immondizie, che ammorbano l’aria e rendono invivibili strade e quartieri. In queste fasi confuse, le autorità cercano affannosamente di individuare dei siti per nuove discariche. A causa di ciò montano le proteste da parte di chi vive in prossimità delle aree prescelte, ma si sospetta che talvolta esse siano pilotate. In febbraio 2005, c’è stata la dura protesta dei cittadini e degli agricoltori di Montesarchio (BN), comune della Valle Caudina, dove si sarebbe voluto istituire una megadiscarica regionale. A seguire quella dei cittadini di Campagna (SA). In questo caso, per opporsi alla creazione di una megadiscarica, anche di rifiuti industriali prodotti altrove, in località Basso dell’Olmo sul fiume Sele, dove operano centinaia d’aziende agricole, è stata bloccata per alcuni giorni l’autostrada Salerno   Reggio Calabria, tra gli svincoli di Eboli e Contursi. Gravi sono stati i disagi per gli automobilisti. Si è verificato anche un decesso tra i manifestanti. Nel 2004 vi fu la lunga protesta degli abitanti di Ariano Irpino (AV), con blocchi stradali, a causa della discarica di Difesa Grande, ormai stracolma anche di rifiuti sospetti. In passato si era cercato di risolvere il problema dei rifiuti accordandosi con la Germania, dove per ferrovia erano “esportate” a pagamento le balle dei rifiuti campani, che finivano negli inceneritori tedeschi. Evidentemente non poteva bastare per rimediare a una situazione divenuta così grave. Gli addetti ai lavori assicurano che i due termovalorizzatori in costruzione ad Acerra (NA) e a Santa Maria la Fossa (CE), una volta ultimati, siano in grado di risolvere il problema dei rifiuti campani. Ma devono crescere necessariamente una maggiore sensibilità tra la gente e una cultura diffusa per il rispetto dell’ambiente. Dovranno essere adottati la raccolta differenziata e il riciclaggio dei rifiuti. E se questo sistema è accettato e funziona, alla fine rimane poco da bruciare. Sugli amministratori locali incombe l’obbligo della vigilanza sul territorio e sui prezzi degli appalti per lo smaltimento. Prezzi troppo al ribasso devono indurre il sospetto che è palese il rischio del non rispetto della normativa vigente, in materia di smaltimento dei rifiuti, da parte di chi si aggiudica l’appalto. Anche i cittadini devono vigilare sul territorio e salvaguardarlo astenendosi dal diffondere o abbandonare in giro rifiuti d’ogni genere, se vogliono tutelare, oltre che il decoro del territorio, la propria e l’altrui salute. A tal proposito potrebbe essere illuminante quanto sta succedendo in Gran Bretagna. Anche in questo paese – proprio perché ogni mondo è paese – vi sono cittadini che si liberano dei rifiuti abbandonandoli dove capita, o in discariche abusive. Poiché ripulire l’ambiente costa milioni di euro alle amministrazioni comunali britanniche, si è provveduto ad installare delle telecamere sul territorio. Lo sporcaccione che è registrato sul fatto, finisce sotto processo e le condanne sono severe: salatissime sanzioni pecuniarie da pagare e qualche mese di lavoro socialmente utile da prestare nella ripulita e nella bonifica ambientale.   

Zell, 5 marzo 2005                                                                 

Angelo Siciliano (www.angelosiciliano.com)

 

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