Il mio amico Krusciov di Antonio Stiscia
- Dettagli
- Categoria: Storia
- Pubblicato: Sabato, 03 Settembre 2005 19:01
- Scritto da Dott.Antonio Stiscia
- Visite: 26
Il mio amico Krusciov di Antonio Stiscia
Fedele Schiavone
« Unus mihi pro populo est, et populus pro uno »
Democrito
nato a Montecalvo Irpino il 22.2.1932 - morto il 4.9.2001
foto gentilmente concessa dal nipote Nicola Serafino
Si chiamava Fedele Schiavone, ma per tutti era Krusciov, e questa la dice lunga sulle sue idee politiche.
Era comunista,un comunista vero,con le sue convinzioni e con quello spirito critico profondo che gli veniva dall’essere montecalvese (un sano e irrituale miscuglio di Saggezza e Incoscienza).
Nella sua casa, che io frequentavo,per l’affettuosa amicizia con la figlia Italia(tutto dire!), campeggiavano i ritratti dei grandi del Comunismo,primo fra tutti quel Carlo Marx, riprodotto nella famosa foto vista e rivista tantissime volte,nella sfilata del 1° Maggio nella Piazza Rossa.
Non era un osservante,né tantomeno un dirigista,e il fatto che lo chiamassero Krusciov (Il segretario comunista che denunciò i crimini di Stalin),la dice lunga sul suo essere un comunista diverso,un Comunista Italiano,lontano dalla lugubre fierezza di Stalin * e dalla stucchevolezza bolscevica di Togliatti, un antesignano di quell’Enrico Berlinguer-l’ultimo comunista.
Mi diceva che i Comunisti Italiani non avevano nulla da imparare da quelli Sovietici,anzi la lezione del Buonarrotti e soprattutto di Antonio Gramsci,facevano del Comunismo italiano,una specie di isola felix, dove il materialismo storico era rimasta una filosofia pura e non solo movimentismo rivoluzionario.
Con Fedele avevo delle lunghe e peregrine discussioni,e da buon democristiano, ho imparato a rispettare le sue idee. Di questa amicizia conservo alcuni ricordi e alcuni suoi scritti(con dedica): L’uomo malato
Storia del Partito Comunista Montecalvese che dimostrano una profondità e una analisi attenta della condizione dell’uomo”ammalato dal Capitalismo degenere”e una nostalgica visione dei tempi che furono,con quella incontrollata voglia di imparare e di comprendere,per poi cambiare.
Questi dattiloscritti sono vere perle di intuizione e un sano monito ai tanti Comunisti di oggi,infarciti di una ideologia sterile e per certi versi anacronistica.
Si accompagnava, spesso, al suo caro amico(e mio) Michele Lazazzera, icona del Comunismo Montecalvese e Irpino,un uomo presente nella storia politica con quella geniale e spavalda concretezza che anima il rivoluzionario, sempre controcorrente, quasi a significare la bellezza della diversità,l a non omologazione, la possibilità di vivere in un mondo MIGLIORE.
Fedele, col tempo, si immedesimò, nel suo ideale di uomo politico, quell’Antonio Gramsci che nessuno ricorda e che pochi conoscono.
Non so se in cuor suo Fedele, credesse in Dio,ma ciò non ha importanza.
A me, che credo nell’aldilà e nella legge del contrappasso, immagino il mio vecchio amico, in Paradiso, circondato da Santi e uomini Pii, con i quali discute animatamente, e per l’eternità, di socialismo, di lotta di classe, sorretto e incoraggiato da quel piccolo gobbetto, che con accento sardo,gli parlerà di un mondo migliore, di quel Comunismo vero, che forse avranno trovato solo lassù.
Ciao Fedele!
Il tuo amico Antonio Stiscia.
Montecalvo Irpino 3 Settembre 2005
*Stalinismo e fascismo….sono fenomeni simmetrici. In molti dei loro caratteri,entrambi rivelano una somiglianza mortale” .
TROTSKY.