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Cirelli: Il Regno delle due Sicilie - Montecalvo - 1° parte

Provincia Principato UltraPRINCIPATO ULTERIORE — MONTECALVO

Montecalvo è capoluogo di Circondario di 3° Classe , ed è il più prossimo ad Ariano capo distretto e sede vescovile, da dove dista solo quattro miglia. È distante da Napoli, per la via di miglia; da Benevento 12, da Avellino capo luogo della provincia miglia 22. La popolazione ascende a 5180 individui. II punto più vicino della strada consolare,' è quel tratto che rasenta Ariano.

Aspetto di Montecalvo.

L’abitato di questo Comune abbraccia la parte nord-ovest di un eminente colle, ne sormonta il dosso, e declina nella parte sud-ovest. Sicché una parte del paese è visibile a quei Comuni che gli stanno di contro da settentrione; e l'altra parte a quei che verso il sud sono situati. La casa ex feudale posta a cavaliere sull'alto del colle, guarda dalle opposte affacciate ambe le ali del paese, rammentando ancora con Io sue negro sdrucite mura il dominio esercitato su quella popolazione che quelle or derelitte pareti abitarono, ed è visibile, con una chiesa che l’è dappresso, e con molte altre abitazioni che più le sono vicine, a paesi delle opposte parti.

TrappetoVerso mezzogiorno l’orizzonte finisce in Ariano e nelle sue circostanti montagne , che hanno una elevatezza maggiore di Montecalvo. Verso sud-ovest , la vista si disperde, raggiungono le distanze fino ai monti di Terra di Lavoro. Da nord-ovest , gli sono di prospetto il Comune di Casalbore appartenente al Circondano, e quello di Buonalbergo che fa parto del Circondario di Paduli. Volgendosi poi al nord-est, si distinguono paesi e confini delle provincie di Capitanata, e Campobasso. L’ orizzonte è molto esteso, ed offre una svariata veduta. Monti, colline, pianure, valli disseminate di case rurali, che masserie si addimandano, particolarmente dalla parte del sud-est e nord-est, offrono allo sguardo una vitale coltivazione ne' campi, nei quali monotonia e sterilità sono stranieri.

Geologia.

È d'uopo confessare che in fatto di geologia non sienvi lavori generali in questo regno; mentre le nostre provincie un campo quasi vergine e molto interessante offrono a cultori della scienza , essendosi solo finora raccolto alcuni fiori. Percorrendo i vari siti delle provincie suddette non mancheremo d'investigare , come per noi protrassi meglio, le geologiche condizioni, che andremo alla sua volta esponendo nei corrispondenti lavori. Nel tenimento del Circondario di Montecalvo da noi percorso , niuna traccia abbiam rinvenuto di rocce che offerto avessero la primitiva formazione, poiché nulla vedesi di ammassamento granitico, di allumina, di ossido di ferro di porfido, di quarzo di diaspro, di feldispato, di sciorlo, di Orniblonclola, di basalto e simili, che determinano la natura della roccia di prima formazione. Invece dappertutto si offrono ammassamenti cretacei, macigni, pietra calcare, gesso , e marmi e questi particolarmente nel tenimento del comune di Casalbore. Ciò può farci asserire senza tema di errare , che le montagne del Circondario di che discorriamo sieno di formazione secondaria. Si scorgono in molti siti , e particolarmente in Casalbore , ammassamenti di ciottoli, dl formazione mista calcare ed arenaria, non che In selce. Non manca il cemento tufaceo e cretoso , ed in alcuni siti del territorio di Montecalvo alcun tufaceo si osserva sparso di crostacei conchigliferi. Condizioni terziarie son queste, le quali mostrano di esservi su le generali masse dl secondaria formazione, altre di terza, e dove queste si rinvengono, debbono essere alquanto superficiali; sicchè scavando si troverebbero certo non a grande profondità , le condizioni generali del tenimento, cioè quelle di seconda formazione; val quanto dire gli ammassamenti cretacei* il macigno ec, Lasciamo a' cultori della scienza lo investigare le genesi delle diverso formazioni. Noi non dobbiamo esporre teorie ; bensì lo stato materiale delle cose, verificato per le nostre osservazioni, esponendo le quali però, non mancheremo in prosieguo di conciliarle con quanto la scienza ne ha fra noi pronunziato. Nel tenimento di Montecalvo si ritrova il solfato di calce. In vari punti del Circondario si osservano sorgive di acqua sulfurea particolarmente in Casalbore, in una contrada detta Lame; ed in contrada detta Malacipolla nel medesimo tenimento di Casalbore evvi una sorgente di acqua ferrata siccome ci è stato assicurato dal dottore D. Alfonso Gallo unico dottor fisico che siavi in quel Comune , molto abile nella scienza da lui professata , e tale da non poter dubitare della verità delle sue relazioni. Siffatte sorgenti non sono limpide, anzi impurissime, sicchè niun uso può farsene. Nulla di più preciso possiam dirne, potendo meglio parlarsene quando siffatte acque saranno per avventura analizzate. Dicevasi esservi nel tenimento di Casalbore una Miniera non aperta di Antimonio, e l'egregio signor Federico Cassitto mancato non ha guari ai viventi , nel Giornale Economico del Principato Ulteriore, vol. 39, pag. 33, Io asseriva. A noi non è riuscito verificarlo ; anzi sospettando che il chiarissimo professore signor Arcangelo Scacchi avesse fatta per quei luoghi una scientifica peregrinazione, ci siamo recati a pregarlo, perchè ci dicesse particolarmente se di tal miniera avesse contezza; ed egli gentilmente ascoltando lo nostro osservazioni geologiche, ci ha detto che in Casalbore andò ricercando con ansia le tracce della miniera della quale aveva fatto accenno il signor Cassitto, ma in niun conto potò rinvenirla; Od essendogli stati presentati alcuni pezzi dl solfuro di antimonio come ritrovati nel tenimento , ei riconobbe essere artificiali.

Confinazione.

Confina il Comune di Montecalvo dall' est al sud col tenimento di Ariano. AI sud-ovest è circondato dal fiume Mescano che per questo tratto Io divide dal tenimento del Comune di Buonalbergo. Al nord-ovest ha il medesimo fiume, che nel lido opposto segna il termine del territorio del Comune di Casalbore. Nel nord-est, il territorio di Montecalvo sorpassa il detto fiume e s' inoltra con la contrada detta Malvizza fino a' tenimenti dei Comuni di Castelfranco e di Ginostra degli Schiavoni , che appartengono alla provincia di Capitanata. All’ est—nord-ovest è circondato dal medesimo fiume, il quale proviene da' monti di Castelfranco, e prende tal nome alle vicinanze dell’antico ponte della via Appia Trajana detto di Santo Spirito sito nella valle che divide i tenimenti di Montecalvo e Casalbore, per la confluenza in quel punto di due fiumi , uno detto di Ginestra, poichè dai tenimenti di quel Comune proviene, e altro detto fiume Gesso, ch' è quello propriamente che viene dai monti di Castelfranco , e che rasenta, non lungi dal luogo della :confluenza, una montagna ubertosa di gessi; mescolato aI fiume di Ginestra, il nome prende di Mescano. Detto fiume nella curva che percorre, circondando i vari punti del territorio di Montecalvo, serba la distanza dal detto Comune dove di due miglia, dove di due o mezzo , o tre. Di circa duo miglia il Comune dista dal tenimento di Ariano, e di tre da quelli di Ginestra, e Castelfranco.

Fotomografa

Nel tenimento di Montecalvo non vi sono altri fiumi fuori quello di cui abbiam discorso. Non vi sono paludi. Nella contrada Malvizza vi è un lago che occupa il breve spazio di circa cento passi quadrati.

Originestoria
Montecalvo non ha una storia particolare. Sulla etimologia del nome, su la sua origine, antichi—te vicende niuna notizia negli scrittori antichi di Geografia di Corografia , di Croniche. Abbiamo avuto sottocchio un libro , che trovasi nella biblioteca de' PP. Riformati di Montecalvo , intitolato Cronistoria della riformala provincia di S.Angelo in Puglia, compitata da Fr. Arcangelo da Montesarchio, stampato in Napoli anno 1132. L' autore, discorrendo dell' antico monastero di Montecalvo , su la etimologia di questo nome alcuna cosa, comunque ipotetica, dice, od alcuno altre benchè brevi e poco soddisfacenti notizie aggiunge , che la storia ne riflettono. Noi avvisiamo di riportar qui le sue medesime parole per aggiunger quindi quanto ci è stato fatto di osservare , e di raccogliere.

<< Essendo la terra di Montecalvo, ei dice situata sopra un colle affatto nudo di piante, mi persuado che perciò le fosse stato anticamente il titolo dl Monte-Calvo appropriato. Ai tempi dei Romani , parchè questo colle era alle vicinanze della via Appia , vi fu eretto un tempio dedicato ad un idolo di cui non trovasi notato il nomo. Nelle guerre dei Romani e Sanniti vi si edificò una Rocca che serviva di ritirata per difendersi dai nemici; ma essendo successivamente state distrutte molte città ivi vicine cominciarono i popoli a rifugiarsi nella suddetta Rocca,e vi edificarono tante case, che in POCO tempo fu ammirata per una delle più nobili terre di quel secoli; e benchè nell’anno del Signore 1456 fosse stata dal tremuoto atterrata, e nelle guerre di Carlo 1° di Angiò quasi affatto distrutta; pure oggi si osserva così magnifica, che può numerarsi tra le città, essendo da più migliaia di persone abitata , delle quali molte sono di somma stima e dottrina. Si possiede dalla nobilissima famiglia Pignatelli. La ipotesi del Cronistorico può essere stata un fatto vero. Benchè tutta la collina che Montecalvo circonda si vegga oggi posta in coltura , o povera non sia di alberi fruttiferi particolarmente, pure ha potuto stare che quando la summenzionata Rocca vi si edificava su la vetta del Colle, ivi la vegetazione di arbusti non si scorgesse; e finchè altro argomento non sorga a tale supposizione contraria, deve rimanere come probabile la ipotesi del Monaco scrittore della mentovata Cronistoria. Quanto ei dice intorno alla Rocca par non debba porsi in dubbio. L’ architettura ed il sito eminente nel quale trovasi edificata la casa che divenne feudale in processo di tempo, depongono della verità di tale asserzione. Avremmo desiderato che Io scrittore avesse con altra autorità afforzato il suo parere: il non averlo fatto attesta quanto noi abbiamo asserito, cioè che gli antichi scrittori nulla ci fan sapere intorno alla storia di Montecalvo >>

Però abbiam ragion di credere che il paese è di antichissima data, ed è uno di quelli, che per tante vicende guerresche, ed invasioni barbariche sofferte da tutte le contrade della penisola hanno disperso per fino le tradizioni della loro origine, o delia loro storia. Le abitazioni di Montecalvo sono in diversi ed attigui siti , sopra luoghi cavernosi , le cui volte servono di base agli edifici'. In varie di siffatte Caverne sonvi degli anditi che giù vi conducono; e più giù ancora in altri luoghi; vi si scorgono nelle pareti di levigato macigno alla sua volta delle nicchie, che ad uso di riporvi oggetti sembra siano stato a bella posta incavate; e si scende per mezzo di scaglioni che a suo comodo la mano dell'uomo dovette fare ,e fece in tempi spariti dal dominio delle rimembranze tradizionali , Vi si osservano pure delle non molto profonde fosse, a guisa di piccole cisterne, di figura quadrata o paralellogramma , con apertura rispondente al contro, di figura rettangolare e cosi ben livellata, che un coperchio di pietra o di legno ne chiuderebbe il vano perfettamente da impedirne l’ adito anche all' aere. Una intera contrada del paese distinta col nome di Trappeto , ha tutto le sue abitazioni nelle grotte , non essendo di fabbrica che i soli prospetti. E tali grotte offrono per lo più comodi abituri, e taluni per mezzo di aperture, ad altezza di un uomo, v'immettono In altre grotte contigue; sicchè di quelle vetustissime case se ne trovano alcune che contengono due, e talune tre vani in continuazione. Noi non consideriamo selvaggio ed isolato l’uomo nello stato di natura consegnandolo a' boschi nudo e rapace ; ci guardiamo d' immaginarlo con Vico, di ogni umana dignità destituito , facendogli abitare le tane come belve, spintovi soIo dal terrore fenomeni. Lasciamo a Platone a Vico, a Boulanger a Rousseau le ipotesi del primo stato dell'uomo. Lasciamo ad Omero la distinzione e gradazione dello stato di natural società espresse ne' Litofagi, no' Centauri. Siffatte ricerche appartengono alla Istoriosofia, o sono a peso di coloro che trattando la storia dell' Umanità , intendono a riempire la lacuna della storia antica, e discorrere la genesi della società naturale. Basta ora al nostro scopo rammentare che, a guisa dell'uomo, l’ umanità ha avuto la sua infanzia tanto se voglia considerarsi nella sua prima origine secondo la Genesi , quanto se dopo  la crisi universale del diluvio, o dopo altre palongenesi. Gli uomini sopravanzati tali vicende ,segnarono il primo stato di società naturale ; l'istinto per l'amore sviluppò in essi la brama di possedere esclusivamente una donna ; e ad evitare lo contese, i più deboli cercarono un ricovero nelle boscaglie formandosi degli asili circondati da siepi e dumi , sicchè al dir di taluni, dumus spino) , poscia domus chiamossi la casa, alterandosi da Latini la lettera U in O. Ma siffatti abituri non eran cosi buoni da garentire le famiglie dalle persecuzioni più forti, dal disagio, 'dalla pioggia, e da altri fenomeni. Cominciarono perciò a scavare delle grotte nelle balze , dove ebbero più comodo e più sicuro soggiorno. E certo non vi è monumento più 'autentico che possa deporre dell’ antichità di un luogo abitato. Migliorata la condizione di quelle naturali società, cominciarono a sorgere le prime fabbriche ad uso di abitazione, o adiacenti o poco discosto dalle grotte. Dunque  di Montecalvo si perde nella polvero de' più vetusti secoli, e quel non conservare memorie tradizionali dimostra, pur troppo che fatali vicende ha dovuto soffrire, o talvolta forse la totale distruzione ne ha segnato un'era novella, e nuovo genti han dovuto abitare un luogo derelitto, per popolazioni spente , o emigrate. Montecalvo fu sotto la dominazione de' Conti 'di Ariano. L' anno 1306 Pietro Sansevero, razionalo della Gran Corto del III Vicaria, ottenne in clonazione dalla Regina Giovanna I , a favore di Angiolo suo figlio, e Margherita Errico sua nuora, il feudo di Montecalvo. Nel 1311 padrone di Montecalvo era Giovanni Mansella di SaIerno, che possedeva ancora i feudi de' vicini Comuni di Casalboro e Buonalbergo. Costui vietò la caccia nei boschi sotto il suo' dominio. L'anno 1324 Montecalvo era posseduto da Margherita moglie di Giovanni Manselli quale era padrona anche del feudo di Castelfranco, Comune della Capitanata. Più tardi, un tal Bernabò di Montemiletto succedette a Margherita. Nel 1360 possedevasi in feudo dal Monastero di S. Elena dell'Arena. Nel 1415,dalla regina Giovanna II fu donato a Francesco D'Attendolis.
In seguito fu conceduto alla famiglia Guevara. Nel 1486,per ribellione di un Guevara, i feudi di Montecalvo e Casalbore passarono in dominio Regio, e furono indi governati da Capitani speditivi da Ferdinando I d'Aragona. Nel 1494, da re, Alfonso II d'Aragona fu venduto , insieme col feudo di Corsano a Donna Caterina Pignatelli , Contessa di Fondi, ed a suo fratello o Don  Ettore Dei Pignatelli per acquisto passò il feudo alla famiglia Carafa. Nel 1523 ora Conte di Montecalvo Sigismondo Carafa; e nel 1545, Giovan Battista Carafa.
Dai Carafa, nel 1598 per subasta passò in potere di Don CarIo Gagliardo e da costui, per successione, alla famiglia Pignatelli , ramo Cerchiara, che tuttora vi possiede fondi, o quanto un ex feudatario può possedere. Noi abbiam tratte queste notizie da alcuno antiche scritture che trovansi presso la famiglia Bozzuti in Montecalvo scritture che per essere antichissimo , crediamo molto autentiche. Dobbiamo però osservare che l' Autore della storia di Ariano a pag. 328  dice che Margherita moglie di Giovanni Mansella viveva nell’anno 1289, in modo che abbiamo un inconciliabile anacronismo; e dice di più  ch' eIIa portò in dote a suo marito Giovanni i feudi dl Montecalvo ed Montefalcone , e Castelfranco, pervenuti a lei per eredità di suo padre Bartolomeo Tocco, mentre le pervennero dall’avo materno Matteo Letto. Nel registro di Carlo I d'Angiò si legge: Margarita umor Joannis de Salerno militis succedit Mattaeo de Letto materno avo suo in Monte falcone , Mantecalvo et Baronia Castelli de Franco. Al dir di Vitale, Perticusa Letto madre  di Margherita, possedeva i feudi di Montecalvo, Montefalcone. e Castelfranco prima dell'anno 1270. Noi non sapremmo conciliare tali divergenze, e lasciamo al lettore il decidere se debba meritar maggior fede il dotto scrittore della storia di Ariano, il quale per dar peso alle sue asserzioni cita l’ Archivio della Zecca, ed il Ciarlante, Mem.istor. del Sannio. Ci basta l'aver esposto come abbiam fatto , quanto ci è riuscito di sapore e di osservare.
a) Siccome scrisse il Ciarlante, questa Margherita sembra sia stata figlia e moglie di Giovanni Mansella: ed erede dell'avo paterno Matteo Letto. V. Vitale, Storia di Aviano, pag. 349.

Fabbricati, ed  edifici privati e pubblici.

Gli edifici privati di Montecalvo nulla offrono di osservabile, nè per antichità,nè per moderna architettura. l fabbricati in generale però sono buoni o ben tenuti. Le famiglie agiate. hanno case molto comode; o le più distinto sono le abitazioni de' signori Pirrotta , Bozzuti De Cillis , Peluso, La disabitata casa ex Feudale neanche offre di che soffermarci. Essa non fu che mediocre, anche nel tempi ne' quali era temuto soggiorno Signori che la possedevano. L' affacciata superiore esposta a mezzogiorno, sporge su di una spianata che signoreggia buona porzione del paese, o dove un piacevole ed esteso orizzonte . Si offre alla vista. Tra lei varie. chiese che vi sono, la principale è quella sotto il titolo di S. Maria Assunta in Cielo , fondata l'anno 1128 regnando la regina Giovanna II. Fu elevata a Collegiata da papa Clemente X l'anno 1672. Vi viene esercitato il divino Culto da un superiore col titolo di Abate, tre dignità, ed otto canonici. Bella e ben tenuta è la chiesa, ovvi si veggono due altari di finissimo marmo. In un* urna, di figura ottangolare , adorna di molti intagli dorati, con molta precisione ed eleganza eseguiti, si venera in detta chiesa il corpo di S.Felice martire. In uno de' migliori siti del paese vedesi la chiesa sotto il titolo del SS. Corpo di Cristo, di lus patronato del Comune fatta Collegiata con Reale dispaccio del 30 luglio 1783. Evvi un Clero a sè, composto di quattordici Cappellani insigniti siccome i Quarantisti di Napoli. Il superiore, col nome di Sacrista magqiore, è uno dei Cappellani; carica annuale o che ciascuno alla volta sua deve esercitare. Di marmo altare maggiore, e l’interno della chiesa è di bellissimo stucco adorno. Bellissima ed antica è la statua di S. Nicola Tolentino posseduta dalla detta Chiesa. Nel prospetto esteriore vedesi una nicchia contornata di travertini, di stile gotico dentro la quale è una statua consolare, non molto grande, sculpita su pietra rinvenuta, siccome ne fu detto dalle persone più intendenti del paese, nella contrada Cupa del Fano, nelle vicinanze di Montecalvo. La parola Fano ne fa sospettare che contenga una tradizione della esistenza di un tempio nel luogo dove la statua fu trovata. Però niun rudero vi SI scorge, e niun altro oggetto vi si è rinvenuto che tal sospetto possa avvalorare. Sorge daccanto alla detta Chiesa un alto campanile di mattoni , col primo basamento di travertino, e con la cupola di mattoni verniciati di diversi colori: citiamo in esso 'tre campane perchè una è veramente magnifica. In un'altra Chiesa parrocchiale, sotto il titolo di S. Nicola di Bari, si osserva la bellissima ed antichissima statua della Madonna della Libera. ParrocchiaIe è pure la chiésa di S. Bartolomeo , la quale nulla offre di osservabile. Lo stesso si dica della chiesa sotto il titolo di Gesù, Giuseppe e Maria ; di quella di S. Gaetano Tiene, di dritto patronato della famiglia Bozzuti della piccola Cappella di Santa Maria della neve appartenente alla famiglia De Cillis, e di un'altra appartenente all’antico ospedale col titolo dell’ Annunziata. E per dar termine all'accenno delle chiese, riferiamo che di duo altre non esistono che ruderi. Una di esse, col titolo di S. Caterina, apparteneva agli Agostiniani, e l'altra andava distinta col titolo dell'Angelo Custode.

Non resta che far memorie della Chiesa e Convento sotto il titolo di S. Antonio, che sorge in un piacevole sito attiguo quasi al Comune nella parte di mezzogiorno. Quanto vi è di osservabile in detto Cenobio, Io ha riferito l'autore della Cronistoria, e noi che lo abbiam visitato non troviamo che aggiungere. Egli dice che nell’anno 1631, mercè la'devota munificenza dalla nobilissima famiglia Pignatelli , le limosine fatte dal pubblico di Montecalvo , e la industria Religiosa, fu edificato il detto Convento sotto il titolo di S. Antonio, e che riuscì tanto ben situato e di tanta modesta magnificenza, che co' più nobili Conventi dalla provincia gareggiava. Che nel 1661 fu costituito luogo di noviziato, com’è tuttora. Che vi si trovava una libreria ricca di ottimi libri antichi e moderni. Noi abbiamo veduta quella biblioteca; e possiam dire che è veramente trovarne una di simil fatta in Monastero di monaci mendicanti, e se  quegli scaffali non sono frequentamente aperti, la stanza della biblioteca si apre, sempre gentilmente alla curiosità de' viaggiatori. Nel 1631 furono costruiti due bellissimi 'Cori, di un lavoro sorprendente. Fa siccome fra i rilievi storiati in eleganti guise si scorrono gli stemmi ducali, cosi è da supporsi che la nobile famiglia Pignatelli abbia contribuito generosamente a quell'opera. Un tal Vincenzo Ciolla , l’anno 1725 , adornava la chiesa del monastero di un pulpito lavorato da lui sul gesso, dipinto a fiori o con affresco tale, che ora sembrano da poco tempo miniati tanto ne sono ancora vivaci e belli i colori. E’ un impasto che ha assolutamente l'apparenza e Ia qualità del marmo, freddo, lucido, di si bene ammassare il gesso, efarne tante opere belle da confondersi con le opero di marmo, restò sepolta con l'inventore; il quale volle sempre farne un segreto. Del medesimo e della stessa composizione ed ornato, v'ha una mensa nell’armadio della sagrestia di detta Chiesa, ed un’ altra nella stanza dove vi è sita la libreria; Nella chiesa medesima è osservabile un Cristo pendente in croce, opera di un Laico defunto, il quale fu anche l'autore di quattro confessionali, di un lavoro sorprendente. Vi sono cinque altari di ottimo marmo. L'altare maggiore e la balaustrata del presbitero, spiccano bellamente, essendo di marmi colorati. Abbiamo anche veduta una Croce di madreperla, ornata di pietre dei luoghi Santi, corrispondenti al numero delle quattordici sante stazioni , vedendovisi effigiata la S. Madre dei dolori, nonchè i quattro evangelisti, Oggetto caro e prezioso per una chiesa cristiana, portato dal laico F. Bonaventura da Montecalvo l’anno 1844, reduce dalla sua peregrinazione pei luoghi santi II detto Laico , di costumi esemplari, cessava di vivere il dl 30 decembre 1852 nel Montecalvo , della quale famiglia religiosa ei da gran tempo faceva 'parte. La chiesa può dirsi bella, ed è ricca di suppellettili sacre. Il culto vi è esercitato con molto zelo ed attività da una numerosa famiglia, di cui fan parte vari rispettabili Padri. In detta chiesa trovasi il Corpo del servo di DIO F. Matteo di Buonalbergo, laico di somma perfezione, quello del Ven, P. F. Girolamo di Castello della Baronia sacerdote morto in Montecalvo il 13 ottobre 1124, o quello finalmente del devoto religioso Fr. Vitale da Ferentino, laico di santa vita, morto in Montecalvo il dì 16 giugno 1711. D'accanto ed atti un Monastero si vede un molto spazioso giardino, cinto di ben alte mura, ricco di alberi fruttiferi, e da acque abbondanti e limpide irrigato. Attaccato al giardino scorgesi, cinto anche di mura un dilettevole boschetto. È superfluo parlare dell’orizzonte e delle svariate vedute che si offrono allo sguardo indagatore del Cenobita
— Ripetiamo—
La situazione è bella, amena, sorridente. L’edifizio anche ragguardevole e ben tenuto. II soggiorno è invidiabile e desiderato da coloro che han d'uopo ispirarsi in una solitudine animata.

Camposanto. Cominciato.

Caffè. Bigliardi. Niuno.

Locande. Niuna.

Estensione territorio di Montecalvo.
—L'estensione del territorio di Montecalvo è di moggia classificate nel seguente modo:

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