Testimonianze di arte e fede
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- Categoria: Cultura
- Pubblicato: Lunedì, 13 Marzo 2006 16:09
- Scritto da Dott.Antonio Stiscia
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Crocifisso di San Damiano sec.XIII(copia) Esposto Chiesa di S.Antonio da Padova-Giugno 2006 Foto Archivio Palazzo Stiscia |
Montecalvo: Testimonianze di arte e fedeNei giorni antecedenti le solenni festività in onore di San Antonio da Padova,nell’omonimo Convento Montecalvese,si è avuta la peregrinante visita del Crocifisso di San Damiano,copia del Capolavoro Pittorico del 200,passato alla storia umana e vocazionale,come il Crocifisso che parlò a Francesco di Assisi,per fargli comprendere in che stato di abbandono fosse la sua casa(Chiesa),abbisognevole di restauro materiale e spirituale. Nasceva da un semplice impegno edilizio, di un giovane di buona famiglia stravolto dall’incontro con Dio,un rivoluzionario movimento religioso,fondato sulla semplicità,sul ritorno ad una predicazione evangelica delle origini,scevra da ogni legame con le ricchezze materiali,in un costante anelito di libertà nella rinuncia a tutto ,tranne che all’amore di Dio,presente nelle sue dilette Creature. Un Crocifisso importante,che con la sua presenza perpetua il Rinnovamento della Chiesa,la continua riedificazione del tempio abbandonato dall’incuria dell’uomo,che scioccamente crede che il Signore alberghi solo nelle grandi cattedrali,dimenticando che avendo scelto di nascere in una Stalla,circondato dai più semplici animali,ha deciso di essere ultimo tra gli ultimi,servus servorum,minor minorum |
E’ di una sconcertante attualità,il messaggio che ci proviene dal Cristo di San Damiano,che ci esorta a tutelare la Chiesa,a preservarne i principi, ad essere come Francesco,sani portatori di pace e di semplicità,recuperando i valori e le tradizioni,accantonando gli orpelli e gli edonismi.Il Crocifisso posizionato al Centro della Grande Navata , ad altezza d’uomo,pareva simboleggiare la volontà del Redentore,di ritornare a dialogare guardandoci negli occhi,come avviene tra noi comuni mortali,in una specie di ritrovato e riformato Patto di Fede. La presenza poi,del miracoloso Crocifisso di sant’Antonio (sec.XVII) e della Sacra Effige della santissima Madre col bambino (Madonna della Purità sec XVII),sembrava ingraziare il tutto,come avviene nei momenti più felici di profonda e vera spiritualità.
Chiesa di S.Antonio da Padova sec.XX Foto archivio Palazzo Stiscia
“Ma ciò,che rende vieppiù famigerato questo venerando luogo(Convento di Sant’Antonio),è un prodigioso Crocifisso di rilievo in legno,quanto un uomo,che veramente si reputa un capo d’opera
in genere di scultura,tirato quasiché a fiato dal divoto genio di un Religioso dello stesso ordine dei Riformati,il quale come ci assicura la costante tradizione lo travagliava solamente al venerdì a digiuno di pane ed acqua.
Perloché il concorso dei popoli adoratori specialmente nei sacri Venerdì di Marzo,egli è assai grande,anche per le grazie che ne ricevono”(da manoscritto P. Samuele Isabella-archivio M.Aucelli).
Crocifisso di Sant’Antonio Scultura lignea sec.XVII Montecalvo Chiesa di S.Antonio da Padova Foto archivio Palazzo Stiscia
Che il Crocifisso fosse miracoloso e dispensatore di grazie nei Venerdì di Marzo,oltre a ricordarlo Padre Samuele Isabella,nel suo famoso manoscritto inedito,si ricava dalla tradizione orale delle genti del circondario,che numerose si recavano al Convento Montecalvese,per ricevere e ottenere grazie celesti e sicuro conforto.
Gran rilievo aveva per i contadini della valle il riferimento alla Madonna dell’Incoronata,il cui culto fortissimo a tutela delle messi e degli armenti,trovava in Montecalvo la più alta esternazione dopo quella di Foggia,per la presenza della antichissima statua della vergine e per la singolare competizione che intercorreva tra tutti contadini del circondario,nel realizzare il solco più diritto e linerare in riferimento al convento di Montecalvo,dimora della preziosissima immagine.
Madonna dell’Incoronata Statua lignea sec.XVII Chiesa di S.Antonio di Padova Foto Archivio Palazzo Stiscia
Che dire poi di Frà Pacifico da Montecalvo(Iorio),morto e seppellito in Benevento,in odore di santità,tanto che gli si ridovette rifare il saio,perché strappato quasi del tutto,come reliquia ,dalle turbe di fedeli,e ricollocare il cadavere in una bara ben fortificata per evitarne la profanazione .
Non basterebbero decine e decine di pagine ,per significare la grandezza spirituale del Convento di Montecalvo,della sua storia,della sua arte e delle sua cultura,magnificata dall’incessante opera di tanti uomini e di religiosi che nel passato come nel presente,hanno magnificato la grandezza di Dio con il loro sacrificio.
Ben può dirsi che nel Convento di Montecalvo,per secoli,hanno avuta sana e magnifica convivenza la spiritualità di Francesco e la eloquenza di Antonio,in un felice connubio di sacralità e di accoglienza,virtù rare,ma mai lontane dal popolo montecalvese.
Credo che sia giunto il tempo di scrivere una storia del convento di Sant’Antonio,tutto riportando e tutto trascrivendo,perché il peggior nemico è proprio il tempo,che incalzante e avaro,ci sottrae a se stesso,consegnandoci al sollievo della morte e non alla bellezza della vita.
Quando il futuro lettore,leggerà che in questo sacro Ostello,hanno albergato uomini di straordinaria fede e di straordinario ingegno letterario,filosofico e fisico-matematico,resterà stupefatto,come nel leggere delle straordinarie opere d’arte ivi conservate,senza tralasciare un dato di per sé eccezionale,la presenza tra le tante reliquie,di una reliquia di Sant’Antonio di Padova,incastonata in un Grande Ostensorio di Argento,come delle reliquie(corpo Intero) di S.Celso puero,martire Cristiano,decapitato a Milano con San Nazario nel 304 durante le persecuzioni di Diocleziano.
Statua Lignea di S.Antonio da Padova sec XVII Altare Chiesa omonima Foto Archivio: Palazzo Stiscia
Che enorme fortuna per un piccolo paese come il nostro conservare le intere spoglie di 2 martiri cristiani( San Felice e San Celso),di cui uno ancora bambino,quel S. Celso appunto, assurto agli onori degli altari e la cui festa ricorre il 28 Luglio.
Se penso allo straordinario culto che si ha per San Nazario,il cui santuario è situato sul Gargano-Poggio Imperiale(FG),in una grande pianura poco distante da Apricena,che viene letteralmente ricoperta da migliaia di autovetture e fedeli,non comprendo perché mai si sia perduto il culto per il piccolo martire S.Celso,che da tempo attende un fideistico gesto riparatore,nel giorno suo più bello,allorché scelse la vita in Cristo.
Montecalvo Irpino Giugno 2006
Dott.Antonio Stiscia
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* Il presente scritto è dedicato al M.R.P. Filippo Lucarelli,Direttore dell’Oasi Francescana ,che miracolosamente tiene in vita e sempre di più ingrandisce uno dei centri più importanti del Francescanesimo,perpetuando la secolare tradizione montecalvese.Spero che Padre Filippo sappia creare un cenacolo di studiosi e di appassionati,che nelle fredde giornate invernali possa por mano alla raccolta documentale e alla di poi stampa ,di un’opera di cui se ne ravvisa la necessità,una “Storia del Convento di Sant’Antonio di Montecalvo”dove poter leggere le tante vicende di un così straordinario luogo di fede, di cultura e di arte,per lasciare ai posteri una sicura informazione sul valore del sacro luogo,preservandolo per sempre,dall’ingiuria del tempo e dalla corrosione dell’ignoranza.