Poesie di Antonio Stiscia
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Categoria: Cultura
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Pubblicato: Domenica, 04 Luglio 2010 12:21
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Scritto da Dott.Antonio Stiscia
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Montecalvo Irpino 04 ottobre 2004
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Dott.Antonio Stiscia
Laureato in giurisprudenza, appassionato e instancabile divulgatore degli usi e del costume locale, è coautore con alletti di "Album di Famiglia" (Pro Loco, stampa 1981). Ha pubblicato sul web Irpino.it :
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A S. ANTONIO
Quannu nascisti a ò Portogallo iri billillo e cu li 'scacche e curalle ti mettierono o nome e Fernando che ognuno sapeva, pure cantando. Ma tu, nunn' iri nato pi esse nurmale iri sapiente e combattevi il male camminasti tanto e avevi poco desco quannu incuntrasti a frate Francesco. Parlavi forbito e incantavi le genti arricchivi i cuori, cu tutte le menti. Poi a Padova ti hanno fatto Santo ma in tutto il mondo sei unico vanto. Ma è a Montecalvo che sei glorioso amato da S. Pompilio, come te diletto sposo. Prega per noi, o verbo del mondo! Parla per noi che ne abbiamo bisogno! Perché sei di Dio il più bel conio o amatissimo San Antonio.
Antonio Stiscia Montecalvo Irpino - 13 giugno 2002
LA MAMMA DELL’ EMIGRANTE
Sono tante le mamme italiane Che hanno i figli, a loro lontani La miseria di un tempo era tanta e tanta Ma Lei di lavorare, non era mai stanca Le bocche a tavola da sfamare Erano troppe da accontentare.
A Lei spettava un triste primato Scegliere tra i figli il più preparato Ad andare assai assai lontano Per assicurare, a tutti, un pezzo pane.
La mamma dell'emigrante sapeva soffrire Fingendo di ridere, al figlio partire Poi sfogava la rabbia di dentro Con un pianto greve,che sembrava canto.
Quando era il giorno del suo compleanno Il posto del figlio era vuoto allo scanno Perché dal momento che se ne era andato Quel posto non era stato più occupato, perché è a tavola che voleva sentirsi come la rondine che i figli accudisce.
Le cose del figlio guai a chi le tocca Ogni sua cosa resta intatta Perché quel figlio non se n’è andato E stato costretto a far 1 'emigrato.
Aspettava Natale per devozione Aspettava la festa con la stessa emozione Con la stessa ansia della Madonna Che aspettava il figlio che forse,ritorna
Antonio Stiscia Montecalvo Irpino - Settembre 2004
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Alla Madonna della Libera La cui preziosa e miracolosa immagine si venera nella Chiesa del Carmine di Montecalvo Irpino
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A te ricorro con animo felice O Vergine santissima, Liberatrice
Con le tue mani respingi l'affanno Scacci il peccato, sminuisci il danno
Porti nel grembo il divin Salvatore Figlio di Dio e Nostro Signore
Insieme a Lui hai fatto un patto Santo Preservare il mondo e Montecalvo
Tu da sola, risplendi la Chiesa Sei bellissima e meravigliosa
Basta guardarti per qualche momento E ogni anima rinasce contenta
Sei come un bocciolo di rosa maggese Ad annunciare la vera primavera del Paese
Antonio Stiscia Montecalvo Irpino - Settembre 2004
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TRE CANI
Tengo 3 cani, dint 'o giardino 1 vecchio, 1 giovane e 1 bambino Li guardo spesso nel fare quotidiano Ed hanno atteggiamenti di tipo umano.
Il più vecchio è tranquillo mangia e riposa Il giovane corre e abbaia senza posa Il più piccolino non si da patimento E' goloso e pensa solo al divertimento.
Penso che noi uomini abbiamo responsabilità Anche le bestie ci vengono a copià
Quando li vedo litigar per un osso E questi accadimenti, francamente, non capisco Penso che anche loro,restano stupiti Quando vedono gli uomini litigar per i partiti.
Ben sapendo, con canina saggezza Chi mangia la carne del paese Per cui addentando l' osso con fierezza Ricordano che la fame non ha pretese.
La morale e chiara, ma la voglio ribadire:
Noi siamo come i cani, asserviti al pezzo grosso Che mangia, sempre, la nostra carne E ci fa litigar per un osso !
Antonio Stiscia Montecalvo Irpino - Marzo 2003
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A DIGNITA’
Ognuno da quando nasce Si porta stu fardello Chi si la stipa nd’a na cascia E chi la mostra,fiero,all’occhiello.
Pochi sanno a che serve stu decoro Chi la scambia per onestà,chi per onore.
Io l’ho scoperto in tempi non sospetti Assaggiando a un matrimonio,nu cannellino e sei confetti.
Dell’anima del confetto non è certo il contenuto E per questo che lo si mastica con fare risoluto E’ proprio il cannellino simbolo di dignità Perché lo si succhia tranquillo, sapenno che la Cannella ci stà.
Montecalvo Irpino Ottobre 2003
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