Canti Sacri
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- Pubblicato: Venerdì, 12 Maggio 2006 16:35
- Scritto da Dott.Antonio Stiscia
Miracolso quadro della Madonna di Pompei Chiesa del Carmine sec,XIX-XX (foto archivio Palazzo Stiscia) |
Canti Sacri La tradizione religiosa montecalvese annovera personaggi e figure di particolare rilievo,non solo sotto l’aspetto prettamente fideistico,ma anche per quel che riguarda la pratica culturale,la ricerca e la partecipazione agli avvenimenti del vivere civile. Come ho spesso ricordato,in altri scritti,Montecalvo ha mantenuto nei secoli,un sano e proficuo connubio di sacralità e di secolarità,che non ha mai confusionato nell’incertezza o nella volgarità. Un paese di scrittori,di poeti,di santi e di pensatori,vanto dell’Irpinia e riferimento costante dell’intellettualismo provinciale .In questa costante e doverosa ricerca,non poteva escludersi una figura,che per certi versi è ancora viva nei ricordi dei Montecalvesi,più per le sue goliardie e le sue stravaganze,che non per la sua profonda cultura. Sto parlando del Canonico Don Michele Bellaroba,vissuto a cavallo tra il XIX e XX secolo,spirito libero e cosmopolita,protagonista originale del suo tempo.Famoso per la sua straordinaria e coinvolgente attività di Predicatore,era ricercatissimo per la unicità nel recitare i panegirici,come nel rappresentare e spiegare al popolo i passi degli evangeli,recuperando quella straordinaria tradizione medioevale,di spiegare con semplicità e con forza |
immaginifica le vicende sacre,umanizzando gli avvenimenti e trasponendo il dolore e le amarezze,le inquietudini e le ingiustizie,da cui non erano esclusi nemmeno i Santi,compiendo un’opera di esemplificazione esegetica che raggiungeva il cuore dei fedeli,spesso inconsapevoli del significato delle parole in latino,e assoggettati a una ritualità sterile e improduttiva. Memorabili le rappresentazioni sulla passione di Nostro Signore Gesù Cristo,come sulle perfidie del demonio,che lasciavano i numerosi fedeli,dei tanti comuni,visibilmente scossi ed emotivamente coinvolti. Un uomo straordinario,autore di scherzi proverbiali e aperto persecutore del bigottismo,votato a una sana ricerca della verità,svelata e propagata a tutti. Amava scrivere, e le sue lettere,come i suoi componimenti prosastici,erano pregnati di una palpabile vena letteraria e di una sagace autoironia,pervasi da una sicura conoscenza filologica.Tra le opere rimaste,che come tante e di tanti altri letterati montecalvesi,si dovrebbe por mano ad una raccolta antologica,mi è sembrato significativo riprodurre quella che rende meglio la sensibilità di questo concittadino, una “ Canzoncina Popolare”di cui si è perso,forse,il testo musicale,edita il 24 luglio 1896(centodieci anni fa ) dedicata alla SS. Vergine di Pompei, la cui Sacra Immagine si conserva nella Chiesa del Carmine e il cui sacro artistico altare,andrebbe ricollocato nella struttura a far bella mostra di sé e dei benefattori che ne hanno commissionato l’esecuzione e la posa in opera,(stesso discorso va fatto per l’altare di Santa Lucia la cui seicentesca e miracolosa statua, nella sua decorosa nicchia laterale, sembra implorare la restaurazione del proprio altare e del proprio millenario culto).
e la cui devozione trova maggior culto e venerazione nell’apposita Cappella di Corsano*,edificata,nel 1938, a spese e su terreno di proprietà del munifico signor Scarpellino Francesco ,inaugurata con gran solennità e sotto l’attenta regia dell’arciprete Don Fedele Stiscia che ne curò l’allestimento, dotandola delle sacre suppellettili e dell’armonium(dono personale),col quale furono intonati i gloriosi inni alla Vergine Celeste,frutto dell’ingegno e della devozione di tanti montecalvesi, in un felice connubio con i lavori di ampliamento del più famoso Santuario Pompeiano.*(Festeggiamenti ultima domenica di Maggio). Anche questi uomini,ahimé,son finiti nel dimenticatoio,in una sorta di inconcepibile Limbo,dove sono relegati i migliori esempi del nostro popolo,sempre più votato all’insano esercizio di distruggere le proprie origini.
Riproduzione del Testo “Canzoncina Popolare”
Stampato in Ariano Irpino-Stab.Tip. Appulo-Irpino
(Archivio Palazzo Stiscia)
Montecalvo Irpino Maggio 2006